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Macchina di Santa Rosa - Francisco Mendes giudicherà la tradizione viterbese per vagliare la possibilità di farla diventare patrimonio dell'umanità
Il delegato Unesco alle prove di portata
di Maria Letizia Riganelli
Viterbo - 26 giugno 2010 - ore 2,30

Il capofacchino Sandro Rossi e il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini
La prova di portata di due facchini
- Prova di portata ma anche trampolino di lancio.

Quella di ieri una giornata doppiamente importante per la Macchina di Santa Rosa.

Non solo hanno iniziato a fare la prova i circa 80 aspiranti facchini, ma ad assistere c'era anche Francisco Mendes delegato dell'Unesco.

Mendes ieri sera era a Viterbo per vagliare se la tradizione che alimenta la Macchina di Santa Rosa abbia tutti i requisiti per entrare a far parte del patrimonio immateriale dell'umanità.

Nei prossimi giorni si recherà anche a Nola a vedere i Gigli e poi tornerà a Viterbo per assistere al Trasporto del 3 settembre prossimo.

Fare la prova sotto gli occhi attenti del delegato Unesco per le giovani leve deve essere stato davvero impegnativo. Anche perché è in questa giornata che si deciderà se la tradizione delle macchine a spalla italiane possa entrare a far parte dell'importante circuito Unesco.

“Le prove di portata – dice Massimo Mecarini, presidente del Sodalizio dei Facchini – finora sono state abbastanza tranquille. Qualche piccola delusione tra le vecchie leve ma niente di più. Anche i giovani sono molto motivati. Per l'esito finale aspettiamo stasera quando alle 20 termineranno le prove di portata”.

Degli 80 aspiranti probabilmente entreranno a far parte della famiglia del Sodalizio solo una decina. Anche se a incrociare le dita sono molti di più.

A far crescere l'emozione nell'ex chiesa della Pace non c'erano solo i ragazzi al loro debutto ma anche due “anziani”, che dopo aver fatto il canonico percorso con la cassetta da 150 kg hanno annunciato il ritiro. Luigi Angelini lascerà quest'anno, mentre per Agostino Germani quello del 2010 sarà l'ultimo Trasporto con la Macchina sulle spalle. Qualche lacrima, qualche abbraccio e tanti applausi per loro che lasciano il passo a quei ragazzi seduti sui bordi della chiesa e aspettano il loro momento.

Altra tappa prima del grande evento del 3 settembre saranno le prove di recupero previste per il 20 e 21 luglio.


La nota del Comune

In visita a Viterbo il direttore del World Heritage dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico, Francisco Javier Lopez Morales.

Compiuto il primo passo verso il riconoscimento della festa di Santa Rosa come patrimonio immateriale dell'Umanità.

Ieri 25 giugno è stato un giorno importante per Viterbo e la sua storia. Nella città dei papi, nella tarda mattina è arrivato in visita privata il professor Francisco Javier Lopez Morales, direttore del World Heritage dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico, l'ente governativo che gestisce tutti gli aspetti del patrimonio culturale a livello federale. Ad accoglierlo a Palazzo dei Priori, il sindaco Giulio Marini e il presidente della Provincia Marcello Meroi.

Un incontro molto cordiale, svoltosi per le sale del palazzo comunale e poi proseguito nel pomeriggio per le vie del centro storico, lungo il percorso della Macchina di Santa Rosa, insieme al presidente del Sodalizio Facchini Massimo Mecarini.

Il professor Lopez Morales, attualmente vicepresidente Icomos (organizzazione non governativa che fornisce pareri consultivi all'Unesco per la selezione del Patrimonio Culturale Mondiale), e membro dell'Organo Sussidiario Unesco per il riconoscimento degli elementi del Patrimonio Immateriale da inserire nella Lista rappresentativa dell'umanità, insieme al primo cittadino Marini, hanno visitato la basilica di Santa Rosa e l'attiguo monastero, accolti dall'abadessa suor Annunziata Campus e da una rappresentanza dei mini facchini del centro storico e del quartiere Pilastro.

La giornata, per il rappresentante messicano presso il comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale Unesco, si è conclusa con la visita alla ex chiesa della Pace, al cui interno erano in corso di svolgimento le prove di portata. Una tappa che ha particolarmente emozionato il professor Morales e che lo ha visto molto attento durante la faticosa prova da parte dei facchini di Santa Rosa.

Ad accompagnare Lopez Morales nella sua visita a Viterbo, oltre al fratello e alla cognata, anche Patrizia Nardi, coordinatrice della rete italiana delle grandi macchine a spalla, alla quale oltre a Viterbo con la Macchina di Santa Rosa, aderiscono Gubbio con i Ceri, Palmi con la Varia, Nola con i Gigli e Sassari con i Candelieri. Le cinque città partecipano congiuntamente alla candidatura per il riconoscimento da parte dell'Unesco.

“E' la prima volta che vengo a Viterbo – ha detto il professor Lopez Morales in perfetto italiano – è una città affascinante e ricca di storia. In questi luoghi si avverte l'amore che Viterbo ha per la sua santa, ma anche il valore della tradizione che si tramanda di padre in figlio. Con molta probabilità tornerò il prossimo 3 settembre”.

“Ieri – ha sottolineato il sindaco Giulio Marini - è iniziato ufficialmente l'iter procedurale per la candidatura al riconoscimento della festa di Santa Rosa come patrimonio immateriale dell'Umanità, iter che dovrebbe concludersi entro il 31 marzo 2011.

Per noi viterbesi questa tradizione e questo miracolo di fede che si ripete ogni anno è già un grande patrimonio. Attendiamo con grande orgoglio e soddisfazione il prestigioso riconoscimento da parte dell'Unesco: un ulteriore valore aggiunto che andrà a ufficializzare al mondo l'importanza della nostra festa in onore della nostra Rosa”.


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