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Civita Castellana - Il sindaco Angelelli esprime il suo appoggio alla Cgil
Questa manovra è una mannaia
Viterbo - 26 giugno 2010 - ore 19,45

Gianluca Angelelli, sindaco di Civita Castellana
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Riceviamo e pubblichiamo il discorso del sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli, inviato dal Comune di Civita Castellana, dopo lo sciopero generale della Cgil contro la manovra - Cari amici e compagni,

va a tutti voi e a tutta la Cgil il mio saluto più sentito in questa giornata di partecipazione popolare e di protesta contro la nuova mannaia, che il governo nazionale sta in questi giorni calando sulle nostre teste.

Vorrei partire proprio da qui, dalle parole, perché le parole sono importanti, come diceva Nanni Moretti in suo famoso film, e chi parla male pensa male.

La chiamano manovra straordinaria. Ora, questo prelievo fiscale a me non appare né l'una né l'altra delle due cose: né una manovra, né tanto meno mi sembra che rivesta i caratteri della straordinarietà.

Una manovra, lo sappiamo bene tutti noi che non siamo ministri dell'economia, ma semplici osservatori, ha una sua complessità, necessita di attenzione, di calcolo, di apprezzamento, di cura, anche di tempo.

Ora a me sembra che nel caso del decreto legislativo 78/2010, non si sia badato tanto a tutto questo: non c'è stata attenzione, non c'è stata cura, né ci si è presi il tempo giusto per valutare su cosa si andava a intervenire e concertare con gli altri, magari con le parti sociali, come si faceva un tempo, forse assai lontano...

Insomma, questa non mi pare si possa definire una manovra, a me sembra decisamente una mannaiata, un bel colpo secco, con tanto di rincorsa e dato giù, d'un fiato, e senza pensarci troppo.

Se poi vogliamo valutarne la straordinarietà, allora, se non fosse tragico, sarebbe da riderci sopra.

Ciascuno di voi, cari amici, sa bene per esperienza personale, per averlo vissuto sulla propria pelle, che a pagare, nel nostro Paese, da che se ne abbia ricordo, sono sempre ed esclusivamente le stesse persone: i lavoratori e anche stavolta il sacrificio viene chiesto loro.

E allora perché parlare di straordinarietà? Un conto è la causa, che può variare: questa volta c'è la crisi internazionale. Un'altra cosa è l'effetto, che non varia mai: si chiede al mondo del lavoro e ai più deboli di pagare per tutti.

Fino ad alcuni mesi fa la crisi non esisteva, oggi siamo sull'orlo del baratro e partono i tagli e i blocchi su stipendi, pensionamenti, servizi, indennità, eccetera, con una velocità spiazzante ed una durata inquietante. Sino a ieri eravamo fuori dal pericolo, oggi ci si chiede di tirare la cinghia di accettare una restrizione delle nostre abitudini sociali, di diventare, in sostanza, più poveri, per la salvezza nazionale.

Diciamolo pure, l'atteggiamento seguito in questi mesi di crisi dal governo nazionale è apparso bugiardo e indegno di un Paese civile qual è l'Italia. Purtroppo non si può negare l'evidenza a lungo, nemmeno se si possiede praticamente tutta l'informazione pubblica e privata, ed oggi dobbiamo affrontare una realtà che era tutt'altro che inattesa.

Non era inattesa dai lavoratori che percepivano sempre di più la diminuzione dei soldi nelle loro tasche. Non era inattesa, in particolare, ai ceramisti del distretto industriale di Civita Castellana, che hanno perso il lavoro o che da molti mesi subiscono la cassa integrazione con una contrazione  enorme dei loro livelli di vita. Ma non era inattesa neanche dalle istituzioni, dai nostri comuni che già con la Finanziaria dello scorso anno sono stati soggetti a tagli consistenti sui trasferimenti.

Non era di certo inattesa dal comune di Civita Castellana che più volte ha sollecitato l'intervento del governo a sostegno delle difficoltà del distretto, battendo sempre contro una porta irrimediabilmente chiusa.
Ma nonostante ciò, questa mannaiata si abbatte ancor più violentemente di quanto si credeva sugli enti locali e sui Comuni in particolare, andando a incidere nelle loro funzioni costituzionalmente garantite. E questo è un segnale preoccupante.

I Comuni sono un po' come i lavoratori, sono l'ultimo anello della catena, quelli su cui è più semplice scaricare il peso dei passaggi precedenti.

In Italia, come sapete, i comuni sono circa 8000 e in massima parte sono comuni sotto i 15mila abitanti, capite bene come il loro potere contrattuale, la loro voce dinanzi al governo nazionale sia ancor oggi molto flebile. E' più difficile per chi governa scontrarsi con le Regioni, molto più agevole farlo con i piccoli enti locali. Ma i Comuni, in questa catena, anche per le loro dimensioni, sono le istituzioni più vicine ai cittadini, quelle che debbono garantire loro i servizi e spesso anche qualcosa di più.

Li ricevo io, quotidianamente, i cittadini che non arrivano a fine mese, che vengono ad aprirsi e a volte a piangere perché non riescono a pagare le bollette o i libri per la scuola dei figli. Vorrei che il ministro Tremonti o il presidente Berlusconi passassero una settimana con me nel mio ufficio, per rendersi conto di qual è la reale condizione di tanti cittadini, di quali sono le difficoltà oggettive e concrete delle persone, di quanto queste stesse persone abbiano poco timore di essere intercettate, anzi forse si sentirebbero lusingate del fatto che qualcuno le ascolta, sarebbe meglio dell'indifferenza in cui si sentono abbandonate.

Il provvedimento del governo, per quanto concerne l'impatto che esso avrà sui Comuni è calamitoso: sul versante del contenimento della spesa pubblica si articola in ulteriori tagli ai trasferimenti erariali a Regioni, Province e Comuni, il che significa, in virtù della catena di cui vi parlavo, che meno soldi lo Stato trasferirà direttamente ai Comuni e, visti i tagli che subiranno anche Regioni e Province, indirettamente ancora una volta quelli che pagheranno il prezzo più alto saranno sempre i Comuni che vedranno calare anche i finanziamenti dagli altri enti superiori.

Questa impostazione è del tutto incoerente con il tanto decantato federalismo fiscale che io, sindaco ormai da un anno, anelo di conoscere: non ho leve fiscali, il mio bilancio consiste per oltre l'80% dalla spesa corrente, per qualsiasi tipo di investimento ho necessità di ottenere finanziamenti dalla Regione, il famoso legame tra tasse pagate e servizi ricevuti è una chimera, la spesa del personale deve essere costantemente in diminuzione, con la nuova mannaiata v'è un'ulteriore riduzione alla possibilità di reintegrare il personale che andrà a riposo.

Addirittura, all'art. 14, il governo entra a gamba tesa sulla concreta gestione dell'amministrazione: intervenendo sui fondamentali principi di autonomia nell'organizzazione delle funzioni comunali, anche in relazione alle specificità dei rispettivi territori, insita nell'obbligo di costituire ex novo nuovi organismi, definendone regolamento, modalità di elezione, di partecipazione, remunerazione; imponendo ai comuni con meno di 5mila abitanti di svolgere le funzioni fondamentali in forma associata.

Ai Comuni con meno di 30mila abitanti di non poter più costituire società e obbligandoli, per favorire la libera iniziativa privata? A cedere le quote o porre in liquidazione quelle già esistenti entro il 31 dicembre 2010.

E continuano a parlare di federalismo fiscale! Quando ai Comuni hanno tolto la possibilità di scegliere autonomamente persino come organizzare il servizio delle mense scolastiche, della raccolta dell'immondizia o la gestione delle farmacie comunali.

Ma almeno smettano di prenderci per il sedere, non pretendo che tifino per l'Italia, ma almeno che smettano di dire baggianate!

Dal 2008 a oggi la dipendenza dei comuni dagli altri enti è aumentata costantemente. I Comuni sono gli unici Enti della pubblica amministrazione ad aver ridotto la spesa pubblica.

Continuando con la politica dei tagli è evidente come l'unica strada lasciataci sia quella della riduzione delle spese sociali e la contrazione delle spese sul versante del sostegno alla ripresa economica e delle azioni a favore delle fasce sociali più deboli della popolazione.

Per quanto riguarda il personale è previsto un blocco del trattamento economico sino al 2013 e limitazioni alle nuove assunzioni.

Ma c'è una buona notizia, anche l'indennità dei politici sarà tagliata del 10%! Ho fatto i conti, la mia indennità sarà ridotta di circa 150 euro nette. Quella di un qualsiasi sottosegretario, che ha 1/3 delle mie responsabilità, penso di circa 15mila euro.

Aggiungete uno zero e saprete quello che ciascuno di noi guadagna e saprete anche perchè, a pagare, sono sempre gli stessi.

Comune di Civita Castellana


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