“Utilizzando lo stesso suo eufemismo – precisa Poleggi - vorrei controbattere al consigliere Fusco alcune affermazioni, anche se non intendo entrare in merito alla diatriba in essere tra lui e l'assessore Bartoletti. Sono certo che questo ultimo possieda quanto necessario, sia come uomo sia come politico, per non alimentare, o meglio annullare accuse e illazioni pretestuose, così come sicuramente non ha certo bisogno di un mio intervento in sua difesa”.

“Preciso questo al solo fine di far capire a tutti – aggiunge il presidente del circolo viterbese - che non sono e non intendo essere né la pedina di nessuno e né tanto meno il capro espiatorio di azioni che tendono a delegittimare o giustificare le azioni di terze persone.

Sono semplicemente un lavoratore che vede nella politica la chiave per poter risolvere problemi o intervenire per migliorare la situazione di tanti che, come me, non sono mai stati in grado di dare voce ai loro bisogni.

Conta solo il risultato da realizzare, un diritto raggiunto, senza soffermarsi più di tanto su di chi sia stato il merito, ma solo sull'esito positivo dell'intervento.

Ricordo che non vivo con la politica, ma mi piace realizzare ciò che gli altri non sono stati in grado di realizzare, e di intervenire là dove c'è un sano bisogno della gente, senza interessi economici di parte”. Una precisazione doverosa per ricordare che, quando si rappresentano i cittadini, non basta mettere in evidenza il problema, ma bisogna operare al fine che venga risolto.

“Preciso questo perché il consigliere Fusco ha ricordato il suo intervento presso il Comune– sottolinea Poleggi - risalente addirittura al 26 febbraio 2004, con raccomandata numero 11020497353-9 indirizzata al Comune di Viterbo e numero 122824973345 datata 27 aprile 2004 alla volta dell'amministrazione Provinciale, con le quali chiedeva la messa in sicurezza della strada Montarone.

Un lasso temporale che mi lascia ancor più perplesso e la domanda mi nasce spontanea: se è vero che il suo obiettivo è quello di stare (come dice lui) vicino alla gente, credo che forse gli stia sfuggendo il fatto che per risolvere un problema o per chiedere un intervento a chi di competenza, poco servono le interrogazioni consiliari che, se non sono seguiti da un'azione coercitiva rischiano quello che nel caso suo è diventata certezza, cioè, a distanza di sei anni e mezzo non è stato in grado di far implementare la sicurezza passiva della sede stradale Montarone, così amata dalla ‘sua’ gente”.

Tuscia Vola con questo vuol chiudere una polemica inutile, provando semplicemente a chiedere di intervenire con i fatti e non con le comunicazioni. “Vicino alla gente ci si sta seduti a tavola! Mentre, se vogliamo dare forma ai loro bisogni, bisogna avere l'umiltà di ascoltare e la caparbietà di agire per un bene comune.

Questo sono io – conclude - questa è la sola faccia della politica che voglio! L'altra parte la lascio agli altri. Con questo saluto il consigliere Fusco augurandogli un buon lavoro, con l'aiuto di un vecchio proverbio... chi sa fa, e chi non sa insegna!”

Tuscia Vola – Autonomia del territorio