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Viterbo - Scrivono Lina delle Monache e Bruno Vincenti dell'Adg
"Il centro diabetologico non deve chiudere"
Viterbo - 2 giugno 2010 - ore 19,00

Riceviamo e pubblichiamo
- Era iniziata una nuova era per i diabetici viterbesi.

Gli sforzi dell'Associazione giovani diabetici della provincia di Viterbo  avevano avuto un riscontro pratico nel buon funzionamento del nuovo Centro diabetologico della Ausl situato nel complesso della nuova Clinica Santa Teresa ubicato sulla Strada Tuscanese il cui servizio non comportava alcun costo aggiuntivo per la Ausl di Viterbo.

Finiva così un calvario che da sempre aveva complicato la vita dei circa 16.000 diabetici della Tuscia che non dovevano più pellegrinare tra uffici e ambulatori per effettuare tutti i controlli fondamentali per una corretta gestione della patologia. Infatti il centro era in grado di poter coprire tutti gli esami di cui un diabetico ha bisogno per monitorare la propria patologia, dalle analisi del sangue alle visite specialistiche ed il tutto poteva essere eseguito nello spazio di una mattinata. l'Associazione tiene a sottolineare che il servizio era convenzionato e al Centro diabetologico e tutti vi potevano accedere tramnite il Cup.

La struttura, per la sua particolarità, si poneva come punto di riferimento di eccellenza non solo per la Tuscia ma per tutti gli abitanti della regione Lazio soprattutto a Nord di Roma. Questo anche grazie all'utilizzo della certella clinica informatizzata con grandi facilitazioni a livello pratico.

Si trattava di un progetto iniziato dalla Ausl con la gestione Aloisio e poi portato a termine dalla gestione Pipino. Non potevamo che essere felici noi dell'associazione di ciò che era stato realizzato e per come stavano procedendo le cose, anche grazie alla collaborazione fattiva e concreta di tutti i politici viterbesi a cominciare dall'on. Fioroni al sindaco Marini, ai presidenti della Provincia Mazzoli e Meroi a Parroncini, Battistoni e Sposetti.

Per i diabetici viterbesi era quindi iniziata una nuova era, tanto che era stata chiesta una deroga alla Regione per destinate maggiori risorse umane all'ambulatortio e far si quindi che il servizio fornito ai pazienti potesse essere migliorato. In data 01 giugno, la situazione purtroppo precipita. Siamo venuti a conoscenza di una missiva che la Regione Lazio ha inviato ai vertici locali della Ausl a firma Dottor Casertano, Dottor Morlacco e Dottor Artico , con la quale venivano espresse delle perplessità sulla regolarità amministrativa e contabile del nuovo centro diabetologico che, a quanto si apprende, risulterebbe fortemente svantaggioso economicamente per la stessa Asl.

Niente di più falso! Ribadiamo innanzi tutto che il nuovo centro di diabetologia è a costo zero per la Ausl viterbese perché oltre ad usufruire gratuitamente dei locali messi a disposizione dalla Nuova Clinica Santa Teresa, utilizza personale medico ed infermieristico della stessa Ausl già pagato per il servizio di diabetologia

Ci si chiede invece quale possa essere il vero motivo per il quale l'alta dirigenza della Regione Lazio, abbia deciso ed intimato di chiudere entro sette giorni, il centro diabetologico. Pensiamo per un attimo al fatto che fino ad oggi il monopolio della diabetologia provinciale era affidata esclusivamente ad un centro privato, convenzionato con la Ausl con costi che si aggirano sui 4 milioni di euro circa  l'anno. Dove sono i risparmi?

E' giusto chiedere il pelo nell'uovo per mantenere un centro di diabetologia quando evidentemente non sono mai stati effettuati i dovuti controlli sulle strutture private convenzionate? Di fronte all'evidente utilità di mantenere in vita un centro pubblico con importanti ripercussioni positive sulla cittadinanza, ci pare almeno ovvio cercare di lottare con tutte le nostre forze per il bene dei sedicimila diabetici della nostra provincia, l'unica delle cinque province del Lazio a non avere mai avuto una struttura diabetologica della Ausl.

E ' importante tenere in mente quali solo le differenze  tra un Centro diabetologico aziendale (quindi pubblico) e uno convenzionato (quindi privato)
Innanzitutto un Centro pubblico come il nostro (e come la Rete ad esso strettamente collegata) ha come unico obiettivo la salute del paziente e la qualità dell'assistenza. Propro per questo gli operatori che vi operano devono attenersi a linee guida nazionali e internazionali e quindi mirare a standard assistenziali di qualità.

Le differenze da elencare sarebbero tante, ma basti pensare che, superata la prima fase in cui il Centro diabetologico aziendale deve necessariamente rispondere alle tante richieste della popolazione, gli appuntamenti vengono dati a 30 minuti per le prime visite e almeno a 15 o 20 minuti per i controlli. 

Nelle strutture private della nostra realtà (Smom) le visite stanno a 10 - 15 minuti tipo "catena di montaggio", in quanto i medici diabetologi sono pagati a prestazioni, cioè a cottimo.

- E' ovvio, data la premessa, che il Centro aziendale è l'unico qualificato  per seguire il diabete di tipo I e 2, sia in età pediatrica che adulta, il diabete in gravidanza, la terapia con microinfusore e, potendo fare "rete" con gli  specialisti della Ausl, è in grado di seguire in modo adeguato e condiviso la persona con diabete che abbia problematiche di tipo oculare, renale, > cardiologico ecc.

- Il Centro si pone l'obiettivo di seguire la persona con diabete "a tutto tondo", cioè con uno screening completo delle complicanze e relativa terapia ed è in grado, a differenza della struttura privata, di occuparsi in modo  completo di piede diabetico, e di prevenire eventuali complicanze che hanno costi elevatissimi per le Ausl, garantendo grandi risparmi.

 - Il Centro diabetolgico, che nei primi 20 gg lavorativi ha registrato quasi  600 prestazioni, ha erogato per il 99% visite successive, cioè di controllo. 

Ciò riflette in modo corretto la tipologia di popolazione, essendo le visite per diabete per lo più erogate a persone con diabete già diagnosticato. Nella struttura convenzionata della nostra città (SMOM) vengono erogate per l'80% prime visite con un costo nettamente superiore e ingiustificato per la nostra 

Ausl e per la nostra Regione; non è ben chiaro come questo sia possibile visto  che i nuovi casi/anno di diabete in tutta la Provincia di Viterbo sono circa 800. Naturalmente il rimborso della prima visita è ben più elevato di quello della visita successiva.

- I diabetologi che operano nel Centro Diabetologico aziendale sono gli unici  a poter inserire direttamente nel programma regionale i piani terapeutici  necessari ad ogni persona con diabete per poter usufruire di tutti i presidi  necessari per l'autocontrollo (striscette per glicemia, aghi pungidito ecc.). 

Condizione necessaria per poter ottenere un piano terapeutico è il possesso  dell'esenzione per patologia che nel caso del diabete è 013.250. In queste  prime settimane centinaia di persone hanno usufruito di questa opportunità e  noi operatori ci siamo resi conto del fatto che molte di esse, seguite in  strutture non aziendali,per loro dichiarazione dallo SMOM  non erano in possesso dell'esenzione e nonostante  questo da anni usufruivano di prestazioni e di presidi senza in realtà averne  diritto (quale controllo quindi effettua la regione sulla struttura privata che usufruisce del rimborso ?)

Ci rivolgiamo ai politici che ci hanno sempre sostenuto, alla collettività affinchè ci diano il loro supporto per tutelare il centro pubblico di diabetologia bambini ed adulti.

Bruno Vincenti e Lina Delle Monache
presidente e segretaria dell'Agd viterbese -


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