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Comune - Il capogruppo del Pd, Ugo Sposetti, interviene sulla polemica delll'estate viterbese
"Contestiamo solo il metodo"
Viterbo - 4 giugno 2010 - ore 17,30

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Il capogruppo del Pd in Comune Ugo Sposetti
Alvaro Ricci
Linda Natalini
Ricci e Sergio Insogna
Ricci e Fabrizio Fersini
Mario Quintarelli
“Noi non contestiamo la manifestazione, ma il modo in cui l'amministrazione comunale ha gestito l'organizzazione degli eventi culturali, ipotecando per cinque anni spazi pubblici e piazze senza coinvolgere l'intero consiglio”.

A parlare è il capogruppo del Pd in Comune, Ugo Sposetti, che insieme al gruppo consiliare torna sulla vicenda dell'estate viterbese.

“La questione è abbastanza singolare – esordisce Sposetti – e riguarda, soprattutto, il comportamento del sindaco e della sua amministrazione nel gestire i fondi destinati all'organizzazione degli eventi culturali della città.

Credo che Marini – continua con una punta di ironia – sia stato davvero sfortunato con i suoi assessori al Turismo. In due anni, il primo si è dimesso e l'altro, nel giro di pochi giorni, è incappato in diverse gaffe. Il sindaco dovrebbe stare attento alla eccessiva libertà che viene concessa ai suoi assessori”.

Sposetti ha più volte rimarcato la chiusura di dialogo della maggioranza sull'organizzazione delle iniziative culturali. “Abbiamo sollevato una discussione, ma non ci hanno permesso di partecipare alla votazione. E' mancata un'adeguata informazione da parte della giunta.

In un'assemblea elettiva il confronto tra maggioranza e minoranza può essere aspro - continua -, ma deve esserci sempre e comunque. In questo caso, invece, ci troviamo di fronte all'adozione di una delibera datata 30 aprile e cioè nei giorni in cui si discuteva sul bilancio, approvato non più di due settimane dopo. E di cui noi non potevamo fare niente”.

Un atteggiamento, quello della giunta Marini, che il parlamentare interpreta come sintomo di arroganza. “Credo ci sia un po' di arroganza all'interno della giunta – dice Sposetti –. E questa indica debolezza, non certo di forza. Chi sa di essere dalla parte della ragione non si comporta così.

Un'arroganza che ha sollevato dissenso anche all'interno della maggioranza. Di questa vicenda, infatti, si è lamentato anche il capogruppo del Pdl. Quindi, non solo manca il dialogo tra maggioranza e opposizione, ma anche all'interno della maggioranza stessa.

Torno a ripetere che non ce l'abbiamo con la manifestazione – continua il il capogruppo – e infatti non ci spieghiamo l'intervento del direttore dell'associazione culturale che è stata tirata in ballo. Apprezziamo gli eventi che mettono in risalto la nostra città. Noi denunciamo il modo di amministrare di questa giunta. Contestiamo l'arroganza del sindaco e dell'amministrazione e non il lavoro di chi organizza eventi per la città".

A conclusione c'è anche il tempo per un avvertimento all giunta. “Consiglierei a tutti di essere più sereni e attenti nell'adozione delle delibere. Noi saremo sempre qui a denunciare, non per partito preso, atteggiamenti che possono mandare un messaggio sbagliato alla città. In questo caso che le regole possano anche non essere rispettate”.

Dopo le valutazioni politiche è Alvaro Ricci a scendere nei particolari, illustrando i dati tecnici con i documenti in mano. “Non si possono concedere in esclusiva per cinque anni spazi pubblici e piazze senza una convenzione che ne regoli le modalità - afferma Ricci -. E soprattutto non si può escludere la minoranza dalla discussione di un tale argomento.

Il passaggio in consiglio comunale era doveroso – spiega – perché il Comune ha assunto un impegno pluriennale che durerà fino al 2014. Il sindaco ci ha detto che, in consiglio, potevamo emendare il provvedimento. Ma ci spieghi lui come questo poteva essere possibile in tempi che definirei biblici. Nel giro di venti giorni la delibera è stata adottata, approvata e pubblicata.

A oggi, inoltre, quel documento non è ancora sul tavolo dei capigruppo. Marini ci ha detto che non conoscevamo il bilancio, perché il finanziamento era previsto. Ma non è così. Per la manifestazione di quella assiciazione culturale erano previsti ventimila euro. Gli altri sessantamila sono strati sottratti dalle spese per le attività culturali, che in tutto ammontavano a ottantamila. Ciò significa che alla cultura viterbese, ora, restano solo ventimila euro. Cioè niente”.


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