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Il tribunale di Viterbo
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Adolescenti ridotte in schiavitù, parlano i testimoni.
Continua l'ascolto dei testimoni dell'inchiesta sulla riduzione in schiavitù di due giovani romene. La vicenda vede, tra gli indagati, un albanese, due fratelli marocchini e tre romeni, accusati di aver costretto a prostituirsi e ridotto in schiavitù due adolescenti romene che, all'epoca, avevano appena 14 e 15 anni.
Coinvolta nell'inchiesta anche una donna colombiana, che avrebbe affittato gli alloggi in cui risiedevano le ragazze. Per due uomini di origini campane, invece, l'accusa è di aver avuto rapporti sessuali con le giovanissime prostitute sempre cinque anni fa, quando le ragazze erano ancora minorenni.
Ieri mattina, nell'aula della corte d'assise del tribunale viterbese, è comparso il secondo gruppo di testi, dopo i tre della scorsa udienza del 17 aprile.
La difesa ha chiamato a deporre l'ex fidanzata di uno degli accusati, il gestore di un bar, frequentato dalle baby-prostitute, e un conoscente di uno degli indagati.
Nessuno dei tre, però, ha saputo fornire informazioni sui presunti casi di violenza sessuale delle due ragazzine, avvenuti uno a Montefiascone e uno a Viterbo. Al "Palazzaccio" di via Cattaneo.
E' qui che, secondo l'accusa, le due adolescenti sarebbero state segregate e picchiate, qualora si fossero rifiutate di prostituirsi.
La corte, composta dalla giuria popolare e dai giudici Ernesto Centaro e Franca Marinelli, ha aggiornato la seduta al 9 ottobre, con la testimonianza della sorella di uno degli accusati e l'esame degli imputati.
Il processo riprenderà poi il 23 ottobre.
Tribunale - Riduzione in schiavitù - Le altre persone informate sui fatti, e mai rintracciate, saranno ascoltate il 5 giugno
Ragazzine violentate, parlano i testimoni
Viterbo - 17 aprile 2010 - ore 13,30
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