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E’ previsto per mercoledì 9 giugno, nella sede della comunità montana dei Cimini a Ronciglione, alle 10,30, un incontro per fare il punto sulla lotta al cinipide galligeno.
Tra gli invitati l’assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Battistoni, rappresentanti dell’Arsial, dei produttori e delle associazioni dei categoria: in cattedra i professori Paparatti e Alma, degli atenei di Viterbo e Torino. Nei giorni scorsi, infatti, in alcuni castagneti della zona sono state lanciate cento coppie di torymus sinensis, l’antagonista naturale dell’imenottero: all’incontro, oltre al presidente della Comunità Montana Angelo Cappelli e al suo vice Pompilio Pizzi, parteciperanno anche sindaci e amministratori del comprensorio.
Proprio qualche giorno fa, peraltro, in seno alla comunità montana è stata istituita all’unanimità la commissione agricoltura e tutela ambientale, composta da nove membri e presieduta da Pizzi. La commissione avrà il compito di seguire e monitorare i problemi del settore, con particolare riguardo, in questo momento, alle principali avversità del castagno, primo fra tutti il cinipide galligeno.
Da ricordare, inoltre, che tra i castagneti in cui è iniziata la lotta biologica, alcuni sono stati messi a disposizione proprio dalla Comunità e che l’ente, con 30mila euro, contribuisce a raggiungere il budget per la copertura finanziaria del progetto proposto. In tal modo si cercano di contrastare le preoccupazioni diffuse tra i castanicoltori, dotandosi di tutti gli strumenti idonei a far fronte alla situazione.
Secondo la determinazione 1825/2009 della Regione Lazio, il Viterbese è individuato tra le zone di insediamento del cinipide galligeno: in tali territori, secondo il decreto 42/08 del Ministero delle Politiche agricole, è raccomandata proprio la lotta biologica.
La deposizione delle uova da parte del cinipide provoca gravi danni alle piante ospiti poiché al momento della fioritura l’albero darà vita, anziché alle foglie e ai frutti, a delle escrescenze tonde (galle) all’interno delle quali si sviluppa l’insetto.
Vista la sua rapida diffusione la coltivazione di castagne è seriamente minacciata con conseguenze per tutto il comparto. La castanicoltura contribuisce in modo sostanziale al flusso di esportazioni della filiera agroalimentare, visto che la voce “castagne e marroni” è inclusa tra le prime venti che generano un saldo positivo, contribuendo per circa 41 milioni di euro.
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