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Viterbo - Chiricozzi, Pillon e Traini concordano con Trappolini
Trasporti, il dibattito è un po' asfittico
Viterbo - 7 giugno 2010 - ore 20,00

Riceviamo e pubblichiamo -
Le questioni poste da Renzo Trappolini, con il suo ultimo intervento riportato dai media, dovrebbero essere, a nostro parere, attentamente valutate e affrontate dal dibattito politico, che, però, al contrario, ci sembra un po’ sordo, asfittico e poco lungimirante.

Sono decenni che il viterbese non riesce ad uscire da una situazione di mancato sviluppo economico.

Esemplificativo, in questo senso, è il fallimento dell’ipotesi, superficiale ed irrealistica, di fare a Viterbo il secondo aeroporto di Roma.

E’ stata questa, infatti, una scelta calata dall’alto, senza coinvolgere le esigenze e le richieste di mobilità dei cittadini dell’Alto Lazio. “Prima facciamo questa infrastruttura, poi il resto ( i collegamenti ) verrà”.

E’ stato come voler costruire una casa partendo dal tetto.
Come comitati pensiamo, al contrario, che sia necessario partire dal basso, dai cittadini e dalle loro richieste di lavoro e di mobilità.

Tutto ciò, comunque, deve essere pensato in una prospettiva di riequilibrio del territorio, del quale tutti affermano abbia enormi potenzialità, che faccia dell’Alto Lazio, non l’estrema periferia della grande area metropolitana, ma un territorio omogeneo, capace di uno sviluppo economico autonomo.

Capisaldi di questa prospettiva sono il Porto di Civitavecchia, finora slegato dal suo entroterra e il Centro Merci di Orte in costruzione, con le loro ricadute occupazionali.

L’Alto Lazio deve guardare oltre l’area metropolitana di Roma, aprendosi ad altre realtà con le finalità di uno sviluppo economico autonomo.

La ferrovia Civitavecchia Capranica Orte e il completamento della Superstrada Viterbo Civitavecchia, da troppo tempo bloccata, sono gli assi fondamentali di questo riequilibrio territoriale.

Per passare dalle parole ai fatti: i politici viterbesi dovrebbero acquisire la consapevolezza che non possono continuare ad essere i parenti poveri nel Lazio.

Se credono veramente nelle grandi potenzialità dell’Alta Tuscia, occorre si impegnino nella promozione di una politica di alleanze territoriali e comunità d’intenti con Civitavecchia e la parte meridionale dell’Umbria.

L’Unione Europea ha compreso bene come andrebbe orientato lo sviluppo di queste zone e ha anche fornito finanziamenti e proposte.

Ci auguriamo che i politici viterbesi, finalmente, lo comprendano anch’essi.

Gabriele Pillon - Giacomo Traini - Raimondo Chiricozzi


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