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Medioera - Lettere - Scrive Francesco Scialacqua
"Il web non complicato ma complesso"
Viterbo - 8 giugno 2010 - ore 4,00

Riceviamo e pubblichiamo -
Una delle serate di Medioera
Salve direttore,

mi chiamo Francesco Scialacqua e venerdì scorso ho partecipato al primo incontro di Medioera del quale Lei era ospite oltre a Giampaolo Rossi e Rachele Zinzocchi.

Ho condiviso molto la sua versione entusiasticamente prudente con la quale ha descritto lo stato attuale della rete e le preoccupazioni che riguardano il suo futuro.

In merito ad alcune cose però ho alcune considerazioni leggermente difformi.

La prima riguarda il dibattito circa i contenuti presenti sulla rete e quindi il fatto che internet sia un contenitore pieno o vuoto.

In merito a questa questione ritengo che sia improprio porre questa dicotomia tra pieno e vuoto, in quanto la conclusione che si può trarre dipende molto dal punto di vista da cui si osserva il problema.

Un appassionato del ventennio fascista, come ha giustamente fatto osservare lei, non riuscirebbe a condurre una ricerca approfondita su questo tema semplicemente ricercando su Google.

Probabilmente riuscirebbe a farsi una prima idea tra wikipedia e qualche sito di appassionati. Per questo Internet potrebbe sembrare molto più vuoto di quanto non lo sia effettivamente.

D'altro canto Internet è diventato raccoglitore di una enorme mole di informazione, tra cui informazioni personali, provenienti gran parte da Social network, blog e siti come Tusciaweb che costruiscono nel tempo un archivio dettagliato della storia dei nostri territori.

Da questo punto di vista Internet sembra abbastanza pieno. Del resto il concetto fisico di occupazione di spazio differisce molto tra il mondo reale ed il mondo digitale.

L'informazione nel mondo digitale può essere compressa, facilmente riorganizzata, cosa più difficile nel mondo reale. Più volte durante la serata mi sono trovato di parere discorde con Rachele Zinzocchi perché secondo me è sbagliato posare troppo lo sguardo sul fenomeno Social Network, in quanto si tratta di un fenomeno molto in voga e che moltosuscita interesse.

Tre anni fa potevamo parlare entusiasticamente di Youtube, oggi di Facebook, ma sono certo che tra un anno in un ipotetico remake dell'incontro di venerdì parleremo ammaliati nel nuovo fenomeno scoppiato sul web.

Altro punto che non ho condiviso dalla Zinzocchi è l'idea di far diventare la tv estremamente interattiva. Significherebbe secondo me stravolgere quel tipo di mezzo di comunicazione facendolo diventare troppo simile al web.

Per l'estrema interattività c'è Internet non serve una televisione 2.0 anche perché l'esempio citato sulla possibile interattività dei programmi televisivi è di fatto fisicamente impraticabile. Sulla rete le persone si organizzano in discussioni di piccoli gruppi di 5-10-30 persone. Non ritengo praticabile una discussione in diretta tv alla quale parteciperebbero contemporaneamente 1000-10000 utenti.

Del resto Internet non è che un mezzo, e di fatto ci si troverebbe nella condizioni di fare un dibattito in una piazza di 10mila persone ognuna delle quali avrebbe da dire la sua. La mente umana poi non riesce a tener traccia di una discussione con un numero alto di attori, il che renderebbe del tutto impersonale il dibattito.

Su questo tema mi piace riallacciarmi alla premessa di Giampaolo Rossi che definisce Internet un sistema complicato. Ritengo che al genere umano non interessano le cose complicate in sé, ma piuttosto le cose complesse, quelle nelle quali per definizione si cela la complessità della mente umana. E' questo in fondo il carburante di un Social Network e del web 2.0 in genere.

Francesco Scialacqua


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