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Omicidio Rizzello - L'avvocato Fava commenta il ritrovamento di vibratori e materiale porno nella casa dell'arrestato
"De Vito ossessionato dal sesso"
Viterbo - 9 giugno 2010 - ore 11,20

Dossier Omicidio Rizzello
Giorgio De Vito
Omicidio Rizzello - Dossier, Video & Fotogallery

Giorgio De Vito
Mariola Henryka Michta
Marcella Rizzello
- Due foto di un organo genitale femminile completamente depilato.

Erano nella macchinetta fotografica portata via dalla casa di Marcella Rizzello dopo che la donna fu uccisa a coltellate, il 3 febbraio scorso. Secondo l'accusa non avrebbero nulla a che fare con la vittima o con la sua famiglia. Sarebbero state scattate dopo il delitto, dalla persona che si è impossessata della macchinetta.

Proprio su questo punto ha insistito, ieri, il pm Renzo Petroselli, durante il confronto tra Giorgio De Vito e Mariola Henryka Michta, gli ex amanti accusati dell'omicidio.

Per gli investigatori è stato De Vito a rubare la macchinetta. Ma il 35enne napoletano ha negato. Ha detto di essersi visto consegnare l'apparecchio fotografico dalla Michta, in un secondo momento. Una versione che la 30enne polacca ha smentito categoricamente, affermando che sarebbe stato il suo ex a portarla via dalla villetta di via dei Latini, dopo il delitto.

"Una cosa è certa - dice l'avvocato Roberto Fava, che assiste la Michta -: quelle foto non sono di proprietà della famiglia Rizzello. Sicuramente sono state scattate dopo l'assassinio, con tutta probabilità da De Vito. Durante la perquisizione della sua casa di Civita Castellana, i carabinieri hanno trovato vibratori e materiale pornografico. I due scatti renderebbero solo più completo il quadro sul personaggio che, evidentemente, è ossessionato dal sesso".

Gli stessi investigatori, a giudicare dalla violenza della colluttazione con Marcella, hanno pensato sin da subito a un tentativo di violenza sessuale sulla giovane donna. Ammesso che ci abbia provato, l'assassino non è riuscito nel suo intento. Ma, alla fine, ha comunque abbassato gli slip della sua vittima, mettendole una bottiglia tra le gambe. Forse per sfregio. Forse per un atto di rivalsa nei confronti di Marcella e della sua tenace resistenza. A questo particolare, però, non sarebbe stato fatto alcun accenno nel confronto di ieri.

Quanto al soggetto femminile immortalato, l'avvocato Fava non ha dubbi: non è Marcella. "Quella della della depilazione delle parti intime è una pratica molto diffusa, specie presso certe culture straniere. Salvo rivelazioni dell'ultimo minuto da parte degli accusati, sarà difficile pronunciarsi sull'identità della donna fotografata. Potrebbe essere anche la mia assistita, chissà... per ora identificarla con certezza non sembra possibile".


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