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Viterbo - Per la situazione del carcere
Mammagialla, Marini interroga il ministro Alfano
Viterbo - 9 giugno 2010 - ore 19,30

Giulio Marini
- La situazione della casa Circondariale di Viterbo posta all’attenzione del Ministro della Giustizia Angelino Alfano da Giulio Marini con un’interrogazione a risposta scritta presentata in commissione. Una situazione in procinto di diventare drammatica a causa dei problemi di sovraffollamento e di altre inefficienze di gestione determinate dalle assegnazioni delle risorse verso la periferia.

“L’istituto della casa Circondariale di Viterbo – ha ricordato Marini nella sua interrogazione - può essere considerato, per importanza, il terzo carcere laziale con una presenza di circa 700 detenuti tra i quali 50 in regime di 41 bis, 100 in Alta Sicurezza, 40 Protetti.

La forza del locale Reparto di Polizia Penitenziaria – prosegue Marini - è attualmente di 360 unità a fronte delle 540 previste dalla pianta organica (non conteggiando le 33 unità necessarie all'apertura del Reparto di Medicina Protetta presso l'ospedale di "Belcolle" - Viterbo, avvenuta nel 2005, in tempo successivo alla previsione normativa per l'organico del D.M. 2002 e la prospettiva di 3 unità del ruolo dei Commissari avvenuta anch'essa post 200)”. Marini evidenzia quindi una “carenza del 30 % con ben 180 unità mancanti secondo quanto recriminato dalle sigle sindacali”.

Una situazione critica, dunque, a fronte della quale “l'unico provvedimento preso ad oggi dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria – sottolinea Marini - per colmare la grave carenza di organico, come si apprende da fonti sindacali, è stato l'invio in missione di 12 unità di Polizia Penitenziaria per il solo periodo compreso tra il 12.05.10 e il 30.06.10 (data che coincide proprio con l'inizio del piano ferie). Da fonti sindacali si apprende che il monte ore per il lavoro straordinario assegnato all'Istituto è di 35000 ore per l'anno 2010. E’ tutt'ora in atto uno stato di agitazione delle sigle sindacali locali che ha visto, tra l'altro, diverse manifestazioni di protesta poste in essere”.

Un quadro, dunque, prossimo all’emergenza in riferimento al quale Marini ha posto al Ministro Alfano una serie di puntuali domande volte ad accertare gli elementi maggiormente critici della situazione.

Nell’ interrogzione Marini chiede infatti al Ministro se “risponda al vero che negli ultimi tre anni la Casa Circondariale di Viterbo abbia perso circa 50 unità di Polizia Penitenziaria per pensionamento o riforma totale a causa di patologie per servizio e le stesse non siano mai state reintegrate, se, come appreso da fonti sindacali, dopo un primo piano di mobilità previsto dal Dipartimento dell'Amm.ne Penitenziaria, che prevedeva l'assegnazione di 39 Agenti di Polizia Penitenziaria, ne abbia fatto seguito un secondo con la previsione di 15 unità, per poi lasciare il posto addirittura ad un terzo che ne prevede 12” chiedendo di conoscere “nel caso in cui tale decremento fosse accertato, le ragioni della diminuzione delle risorse umane destinate al carcere di Viterbo”.

E le disfunzioni della carenza di organico potrebbero ulteriormente accentuarsi di fronte ad una eventuale ampliamento della struttura esistente. Nella stessa interrogazione Marini chiede al Ministro se “nonostante le gravi carenze di organico del Reparto di Polizia Penitenziaria di Viterbo, sia prevista a breve, l'apertura della sezione IV piano lato "D" (destinata ad ospitare 50 detenuti in Alta Sicurezza) e la riapertura delle officine di falegnameria e sartoria all'interno del Reparto delle lavorazioni, tutt'ora presidiato da un insufficiente nucleo di vigilanza”.

E ancora “se risultino spesso disattivate, malgrado la presenza di detenuti 41 bis ed Alta Sicurezza, le postazioni di sentinella sul muro di cinta e se lo stesso sia sprovvisto di un idoneo impianto tecnologico anti-intrusione e video sorveglianza”. In caso affermativo Marini chiede “quali siano gli interventi strutturali per la dotazione di un sistema anti scavalcamento, idoneo a supportare le attività di vigilanza della Polizia Penitenziaria ed a tutelare la sicurezza della struttura e dell'intera cittadinanza”.

L’elenco delle problematiche è ancora lungo. Marini chiede conferma di quanto lamentato dalle sigle sindacali per cui risulterebbe “una elevata concentrazione di detenuti trasferiti da altri penitenziari della regione e del territorio nazionale, per motivi di ordine e sicurezza, ovvero i soggetti che più di altri creano tensioni all'interno dei penitenziari (spesso detenuti dediti all'introduzione in carcere di sostanze stupefacenti o comunque protagonisti di aggressioni ad altri detenuti) e quindi necessitano di maggiori controlli ergo una maggiore presenza di personale di Polizia Penitenziaria ed Educatori”.

L’interrogazione presentata da Marini punta ad approfondire ancora altri aspetti.

In particolare il deputato del Pdl chiede se “risponda al vero che nonostante le continue richieste di sfollamento, il Dipartimento dell' Amministrazione Penitenziaria non prenda iniziative finalizzate a riportare alla normalità, situazioni specifiche, che rischiano di diventare esplosive con il passare dei giorni, tanto da risultare, come si prende atto da lamentele sindacali, che sovente la sezione destinata ai Nuovi Giunti ed all'Isolamento sia piena con la conseguenza che, gli ultimi arrivati stiano per diverso tempo nella sezione, priva tra l'altro degli spazi trattamentali (si pensi all'importanza per un detenuto della sala per la socialità o il passeggio in comune), ed invece i detenuti sanzionati con l'esclusione delle attività in comune, a norma dell'Ordinamento Penitenziario, non possano scontare la sanzione per mancanza di celle singole rimanendo in sezione, in uno stato di impunità che può comportare gravi ricadute dal lato della sicurezza; se, come riferito dalle medesime fonti sindacali, siano in aumento a causa delle sproporzioni tra detenuti etero-aggressivi e personale di Polizia Penitenziaria, casi di aggressioni a danno degli stessi Agenti di Polizia Penitenziaria.

Avendo acquisito dati che attestano una abnorme presenza, tra i detenuti ristretti nella Casa Circondariale, di soggetti affetti da gravi patologie (430/440 in varie terapie, 12 HIV positivi, 175 tossicodipendenti, 18 terapie metadoniche,80 HCV positivi, 21 terapie anti-retrovirale, 22 diabetici, 75 tra cardiopatici ed ipertesi e ben 230 terapie psichiatrichel) – continua Marini - se siano previste da parte dell' A. U .S.L. di Viterbo, misure organizzative idonee a fronteggiare in modo efficace i bisogni di diagnosi, cura ed assistenza in un quadro a dir poco allarmante; se risponda al vero, secondo quanto lamentato dalle sigle sindacali, il fatto che nella ripartizione del monte ore per il lavoro straordinario, vi sia stata una grave sottovalutazione del fabbisogno dell'Istituto viterbese in rapporto ad altre realtà della regione Lazio che, pur avendo meno detenuti e meno personale amministrato, hanno ottenuto in proporzione molte più ore da parte del Provveditorato; se sia vero che addirittura parte dell'esiguo monte ore assegnato venga assorbito, in misura pari al 10%, da servizi svolti dal Nucleo Traduzioni e Piantonamenti di Viterbo, per il piantonamento di detenuti ristretti in Istituti romani presso il Palazzo di Giustizia di Roma.

Se per tutto ciò sia prevista un'integrazione del monte ore che tenga conto delle sperequazioni iniziali e sostenga la grave carenza di uomini che affligge il carcere viterbese; se, visto che nell'anno 2008 operavano nell'Istituto, nell' Area del Trattamento, un capo Area e cinque Educatori ed attualmente operano un Capoarea e tre operatori (rapporto di 1 a 170 detenuti), siano previste integrazioni di personale dell'Area del Trattamento idonee a sanare una situazione manifestamente inadeguata ove si tenga conto dell' elevata concentrazione di detenuti tossicodipendenti e psichiatrici, con alto rischio di suicidio; quali iniziative adotti la Direzione dell'Istituto per fronteggiare le attuali criticità e migliorare il benessere del personale, stante anche la grave problematica del crescente numero di suicidi da parte di appartenenti del Corpo di Polizia Penitenziaria”


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