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Tribunale - Dopo i precedenti di Dazio e Miniera d'oro
Longa Manus, intercettazioni a rischio
di Stefania Moretti
Viterbo - 20 luglio 2010 - ore 2,08

- Rifiuti, intercettazioni a rischio anche nel processo Longa Manus.

Potrebbe ripercuotersi anche sull’inchiesta Longa Manus l’effetto domino dell’annullamento delle intercettazioni nei processi Dazio e Miniera d’Oro.

Ieri pomeriggio, durante l’udienza preliminare sul traffico di rifiuti speciali a Montefiascone, l’avvocato Marco Russo ha chiesto l’inutilizzabilità delle intercettazioni. O meglio, dei decreti autorizzativi firmati dal gip Gaetano Mautone che, secondo il legale, non sarebbero sufficientemente motivati.

Una strategia che nei processi per corruzione Dazio e Miniera d’oro si era rivelata vincente per la difesa. E che, se adottata con regolarità, potrebbe portare all’azzeramento a catena delle intercettazioni telefoniche e ambientali di molti altri procedimenti giudiziari. Compresi quelli su presunti traffici illeciti di rifiuti nel Viterbese: Giro d’Italia (per il quale l’annullamento è stato già chiesto dallo stesso avvocato Russo) e Longa Manus.

L’inchiesta prese avvio nel maggio 2007, quando gli uomini i carabinieri del comando Tutela ambiente denunciarono 28 persone e ne arrestarono 10. Tra questi c’erano anche l’allora sindaco di Montefiascone Fernando Fumagalli, l'assessore Valdo Napoli e il segretario comunale Luciano Carelli, accusati di corruzione perché, secondo i pm Stefano D’Arma e Franco Pacifici, avrebbero assegnato a trattativa privata l'appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a una società mista in cambio dell'assunzione di 12 persone. In un secondo momento ricevettero un avviso di garanzia anche il vicesindaco Sandro Leonardi e Fabrizio Turchetti, responsabile della logistica della Sieco.

Insieme a parte della giunta comunale, finirono agli arresti con l’accusa, a vario titolo, di smaltimento illegale di rifiuti, corruzione aggravata e, per gli amministratori, falso ideologico, anche tecnici e responsabili di società consorziate: Bruno Mancini, titolare della discarica di Tuscania, Angelo Bologna, amministratore del gruppo Econet-Sieco, Antonio Sini, amministratore della Consit Scarl, Luigi Giuseppe Ferri, amministratore e responsabile tecnico della Sap, Massimo Jandolo, direttore tecnico del gruppo Econet-Sieco; Fabio Boni, addetto commerciale del gruppo Econet-Sieco, Giuseppe Bologna, amministratore della Econet-Sieco.

Oltre alle intercettazioni, l’avvocato Russo ha presentato altre due questioni di inutilizzabilità. La prima riguardante alcune analisi sui rifiuti, eseguite senza mettere al corrente i legali. La seconda su una serie di accertamenti svolti dopo la chiusura delle indagini.

La discussione dell’avvocato Russo, che difende gli imprenditori Angelo e Giuseppe Bologna e altri tre indagati, è andata avanti dalla 15 alle 17 di ieri pomeriggio. Prima di lui, nel corso dell’intera mattinata, sono intervenuti, uno dopo l’altro, gli avvocati degli altri indagati: Gentile e Labate per l’ex sindaco di Montefiascone Fernando Fumagalli, Fortuna per Antonio Sini, Fiore e Gasbarri per Bruno Mancini, Gambera e Graziani per Luigi Giuseppe Ferri.

Il 21 luglio si andrà avanti con le repliche dei legali, sul capo di imputazione più pesante: quello di corruzione.

La decisione del gup sul rinvio a giudizio è attesa, invece, per giovedì 22 luglio.


Viterbo - Dossier
Inchiesta Longa Manus


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