:::::
   
Logo TusciaWeb Tutto low cost
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Roma Nord | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | Corriere2000|
Tutto viaggi


Viterbo - L'associazione Erinna interviene sugli ultimi casi di violenza
In un mese uccise 17 donne
Viterbo - 27 luglio 2010 - ore 19,15

Riceviamo e pubblichiamo - Nell’ultimo mese diciassette donne uccise. tra le vittime anche un uomo, il nuovo fidanzato di una delle vittime. La più giovane aveva sedici anni, la più ‘vecchia’ poco più di quaranta. Uccise, stuprate e incendiate.

Non è il solito “psicopatico”, non è il caldo che fa ammattire, è che le donne diventano cose e in quanto cose possono essere buttate, distrutte, eliminate quando non sono più di colui che se ne sente proprietario.

È che le donne sono, nell’immaginario stereotipato che riguarda il femminile, donna/merce; donna/moglie e mamma. Siamo sicuri e sicure che questo immaginario che investe politica, media, pubblicità non abbia un ruolo in tutto quello che sta succedendo?

E che dire delle ultime decisioni della Corte Costituzionale che ritiene che la detenzione non sia necessaria per coloro che stuprano donne e bambini.

Le pene alternative al carcere, in un quadro normativo come quello italiano, hanno il sapore di una depenalizzazione che noi sappiamo rispondere alla cultura imperante di quell’immaginario stereotipato e, in qualche modo, comunica che si tratta di un “reato minore”.. potremmo ricordarne una tra altre recenti sentenze: siccome al moglie era resistente ai maltrattamenti il reato era da ritenersi meno grave!

La legge sul reato di stalking ha quasi un anno ma non riesce ad arginare il fenomeno della violenza sulle donne, perché non è solo una questione di sicurezza. Non si combatte la violenza sulle donne mettendo un poliziotto per ogni donna (bella? Ci pare qualcuno disse) si può tentare di farlo incentivando forme di prevenzione soprattutto di cambiamento culturale.

Le donne, poi, si possono uccidere in molti modi, non è necessario veder scorrere il loro sangue. Ad esempio non supportandole nel momento delicato della denuncia, dell’allontanamento da casa, della fuga.

Negando loro una casa, anche se delle norme prevedano l’assegnazione di una casa popolare per la donna che denuncia i maltrattamenti, ma non abbiamo mai visto gli enti locali adoperarsi per questo. Negandole la possibilità di trovare il lavoro, negandole il tempo che serve per ricostruire la vita, sua e dei suoi figli/e. Lasciandola affogare nella disperazione del non lavoro, dello sfratto, della paura che, per la condizione di povertà in cui cade, le possano essere tolti i figli.. questo accade anche nei comuni della nostra provincia.

E’ giunto il momento che ognuno di noi prenda coscienza della propria responsabilità sociale e civile.

Lasciamo la parola ad un uomo:

“Una donna uccisa dal proprio uomo, compagno, fidanzato, ogni tre giorni è una guerra a bassa intensità che accade tutti i giorni sotto gli occhi di tutti ma della quale non si parla.”
Stefano Bellassai – maschile plurale

Associazione Erinna –donne contro la violenza alle donne


Copyright 2010 TusciaWeb - Chi siamo

Condividi