Riceviamo e pubblichiamo
- La presidenza di progetto “Sviluppo Tuscia” con Belli, Signori e Peparello dopo aver partecipato alle presentazioni dei rapporti annuali del Cnel alla Camera dei deputati a Roma (relatori Marzano e Fini) e il 7 alla Ccia di Viterbo (relatori Monzillo, Palombella e Pettinato), ha preso atto del perdurare della grave crisi economica e quindi bisogna subito correre ai ripari.
Le difficoltà delle imprese e il calo dei consumi (circa -30 % edilizia, -25% commercio e artigianato, -4% calo dei consumi, disoccupazione al 14%) impongono, per Progetto Sviluppo Tuscia, nuove strategie, coinvolgendo le imprese, confederandole associazioni di categoria (vedi il patto del Capranica), i progettisti, gli enti per proporre progetti realizzabili immediatamente e cercare di invertire la tendenza negativa.
Lavorare per obiettivi: associazioni tra imprese (ATS-ATI-Consorzi), investimenti cumulativi e project financing tra associazioni di categoria, Camera di Commercio ed Unioncamere su progetti ed attività cantierabili. L’artigianato e l’industria, il commercio e turismo, l’agricoltura e i prodotti tipici, le banche e i confidi, saranno i temi delle tavole rotonde che promuoverà Progetto “Sviluppo Tuscia” nel mese di maggio con l’intervento delle università, delle banche, di esperti specialisti, dei sindacati, della stampa e delle tv.
I progetti definitivi saranno poi presentati a comuni, province, regioni, ministeri, Ue, istituti finanziari che potranno fare la loro parte istituzionale.
L’Europa insegna, contribuendo pro-capite, si può insieme vincere la crisi finanziaria e riattivare l’economia reale. La Tuscia ed i suoi attori dello sviluppo non devono inventarsi niente, basta copiare i metodi della Toscana, Umbria, Emilia Romagna ecc. basta fare sistema.
Non c’è più tempo da perdere, o si sposa la teoria dell’investire tutti, per lavorare e guadagnare tutti, mantenendo l’occupazione o si chiude.
Mauro Belli
direttore Sviluppo Tuscia
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