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Legambiente - Gianluca Di Feo lo presenterà giovedì 13 maggio alle 17,30
"Veleni di stato", un libro per far luce sul centro chimico militare
Viterbo - 11 maggio 2010 - ore 17,15

- Dopo le recenti dichiarazioni del centro tecnico logistico interforze Nbc di Civitavecchia, è tornato prepotentemente alla ribalta il problema del centro chimico militare di Ronciglione, uno dei laboratori di progettazione e assemblaggio di armi chimiche costruito da Mussolini intorno alla metà degli anni venti.

Il quadro che emerge da una prima serie di analisi è molto preoccupante e consegna al territorio una pesante eredità da risolvere.

Ora che il velo di silenzi e reticenze si sta sollevando, crediamo sia indispensabile affrontare questa vicenda pubblicamente, fornendo alle comunità locali che vivono sulle rive del Lago di Vico, ma più in generale all’opinione pubblica, tutti gli elementi per conoscere e affrontare questo problema.

Il circolo Legambiente Lago di Vico intende promuovere nelle prossime settimane una serie di iniziative di informazione e mobilitazione su questo tema, per fare piena luce sulla vicenda e per chiedere con forza che gli annunciati interventi di bonifica siano avviati al più presto.

Il primo appuntamento che proponiamo si terrà giovedì 13 maggio alle 17,30 presso il teatro delle Scuderie Farnese di Caprarola, dove verrà presentato il libro di Gianluca Di Feo “Veleni di stato”.

Di seguito alcune informazioni sul libro:

Nel 1941 l'Italia disponeva di uno dei più grandi arsenali di armi chimiche del mondo. Antrace, iprite, virus, batteri: la fabbrica dei veleni creati per costruire l'impero della dittatura fascista ha divorato vittime in Libia e in Etiopia, ha colpito i combattenti spagnoli che lottavano per la libertà, lasciando dietro di se una scia di malattie e dolore.

Ma la creazione di questi stessi veleni ha preteso un prezzo altissimo anche all'Italia: durante le fasi di sperimentazione, e poi con il concludersi della guerra, intere zone del nostro paese sono state contaminate dagli esperimenti, ordigni sono stati abbandonati davanti alle coste delle Marche e della Puglia, testate letali sono state scaricate attorno a Ischia. Tutto ciò, a partire dal dopoguerra, è scivolato nel più assoluto silenzio.

Gianluca Di Feo ricostruisce la sorte delle fabbriche di queste sostanze e dei laboratori usati per studiare i distillati tossici e mai bonificati: nel Golfo di Napoli, sulla costa di Pesaro, sulle rive del Lago Maggiore, nei boschi della Tuscia. Industrie e depositi nascosti per decenni da ministri, generali, industriali, un segreto vissuto nel silenzio per generazioni. Attraverso documenti inediti e secretati, denuncie inascoltate dalle popolazioni, testimonianze e sopralluoghi, Di Feo compie un viaggio nell'abisso più nero della nostra storia. Un abisso ancora aperto.

Fabrizio Giometti
Circolo Legambiente Lago di Vico


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