:::::
   
Logo TusciaWeb Tutto low cost
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Roma Nord | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | Corriere2000|
Tutto viaggi


Viterbo - Macchina di Santa Rosa - Un omaggio a Rosario Valeri e alla sua Spirale di fede
Quando eravamo magri, belli e veri...
di Ernie Souchak
Viterbo - 17 maggio 2010 - ore 2,00

Fotogallery - La Spirale di Fede di Valeri

Valeri con la moglie e Nello Celestini
Il momento della distribuzione dei confetti
-Giovani e magri.

Sono tante le sensazioni che si accalcano mentre si guardano le foto del trasporto di Spirale di fede di Antonietta Palazzetti e Rosario Valeri.

Il bianco e nero poi fa diventare magiche queste immagini scattate da Massimo Luziatelli.

Ma ciò che salta agli occhi è che tutti erano più giovani, più magri, più veri.

Altri tempi anche sul piano tecnico. Non perché non ci fosse la possibilità di fare foto a colori. Ma perché, per un paio di motivi, i fotoreporter usavano il bianco e nero. Primo perché i giornali erano in bianco e nero. Secondo perché le foto in bianco e nero venivano sviluppate e stampate nelle redazioni in tempi strettissimi. E poi venivano inviate alla tipografia con delle macchinette che le riproducevano linea per linea. Magia del passato.

Ma le foto di Luziatelli sono un vero omaggio a una Viterbo che ormai non c'è più. Magra. Bella. Autentica.

Basta vedere il sindaco Rosati. O Nello Celestini pimpante, sicuro, intraprendente. E poi la dolcissima Antonietta Palazzetti, con il marito Rosario Valeri scomparso qualche giorno fa, artefice di una macchina densa di viterbesità. Una macchina di santa Rosa che ebbe l'onore di essere trasportata di fronte a un grande papa: Giovanni Paolo II.

Proprio altri tempi. I papi non sono più quelli di una volta - verrebbe da dire - e neppure le macchine di Santa Rosa.

La macchina di Palazzetti-Valeri dovrebbe far riflettere su quello che è diventata oggi la Macchina. Un qualcosa che non ha nulla di più di viterbese. Una macchina priva di qualsiasi quadratura teologica e storica.

Che non ci azzecca nulla con la tradizione. E, diciamolo, è brutta.

L'ultima macchina viterbese rischia di diventare quella di Ascenzi, ma speriamo che non passi alla storia per questo. E che la Macchina torni viterbese. I carri di Viareggio è bene che stiano dove stanno.

Ma tornando alle foto. Il servizio vuole essere in primo luogo essere un omaggio a Rosario Valeri. Un ringraziamento. Sì perché questa città ha il difetto di dimenticarsi subito dei suoi figli migliori.

Ecco. Il rischio è che con Valeri accada la stessa cosa. E allora ecco un ringraziamento per chi con la sua creatività e il suo lavoro ci ha regalato serate indimenticabili.

Basti ricordare proprio il trasporto davanti al Papa. Per la prima volta, e probabilmente per l'ultima, la macchina fu trasportata sotto la pioggia.

Uno spettacolo nello spettacolo.

Con le gocce di pioggia che si frantumavano sui bicchierini dei lumini e scintillavano di luce.

Non basta. Quello straordinario papa che fu Giovanni Paolo II, un papa che era tutta densa umanità e comunicazione, salutò i facchini in un modo a dir poco strabiliante.

Il ricordo è indelebile. Il Papa alzò il braccio destro con il pugno chiuso e disse: “I facchini sono uomini forti!”.

Un gesto che ovviamente non aveva nessun risvolto ideologico. Ma che nella sua assoluta irritualità faceva già allora intravvedere la pasta di cui era fatto quel grande Papa.
Ma le foto fanno anche vedere Assuero Ginebri, Marcuccio Marcucci, Alberto Ciorba, Paolo Bettini, Rosato Rosati, Ezio Rocchetti, Roberto Badini, Domenico Mancinelli, Pino Genovese...

E tra i facchini: Quintaletto, Giovannino Marinetti, Mauro Cappelloni...

Insomma un regalo per tutti.


Copyright 2010 TusciaWeb - Chi siamo

Condividi