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Viterbo - Il prorettore Giuseppe Nascetti lancia l'allarme eutrofizzazione e metalli pesanti
Emergenza lago di Vico, pronta la task force dell'università
di Francesca Buzzi
Viterbo - 18 maggio 2010 - ore 14,15

Giuseppe Nascetti e il rettore Marco Mancini
Vincenzo Piscopo
Il rettore Marco Mancini
Il prorettore Giuseppe Nascetti
Vincenzo Piscopo
Fulvio Cerfolli
- “Il problema del lago di Vico è serio e va affrontato immediatamente”.

A lanciare l'allarme è Giuseppe Nascetti, prorettore dell'università della Tuscia nonché uno dei massimi esperti di biologia a livello nazionale.

“La questione deve essere approfondita subito – continua Nascetti - perché riguarda direttamente l'ecosistema lacustre e soprattutto la salute della popolazione locale.

intervenendo a delle conferenze a Ronciglione e Caprarola mi sono accorto che c'è troppa confusione sul tema. E' necessario quindi informare in maniera più precisa la gente sui rischi e sulle conseguenze che riguardano la salute del lago”.

Nel lago di Vico, infatti, sono presenti sostanze tossiche preoccupanti che derivano sia dall'eutrofizzazione delle acque che favorisce la proliferazione delle alghe rosse, sia dalla presenza dei sedimenti metallici nelle profondità lacustri.

“Sono almeno due anni che chiedo l'attenzione delle istituzioni – ci tiene a sottolineare il prorettore -. Avevo già annunciato che si sarebbero create queste alghe rosse e oggi posso affermare con certezza che il prossimo anno la loro fioritura aumenterà ancora. Per evitare danni maggiori è indispensabile agire subito”.

L'università della Tuscia ha già pronta un task force che da domani stesso inizierà i controlli di rito nelle acque del lago. Con Giuseppe Nascetti collaboreranno Vincenzo Piscopo, docente di geologia applicata e idrogeologia, Fulvio Cerfolli, ricercatore esperto di idrobiologia, oltre ad una serie di studenti dell'università che fanno parte del gruppo.

“Già a dicembre scorso è stato effettuato un carotaggio sul fondo del lago – continua Nascetti – con la supervisione della Provincia di Viterbo e dell'Arpa. In quell'occasione abbiamo scoperto quantità enormi di arsenico e di metalli pesanti come il cadmio e il nichel. Ora c'è da capire se queste sostanze derivino dal centro chimico militare della seconda guerra mondiale o se abbia altre origini”.

“Finché i controlli non saranno completati – precisa Nascetti – non ho intenzione di assicurare niente. Sono uno scienziato e come tale darò le risposte definitive solo quando avrò le prove in mano”.

La task force dell'università della Tuscia sarà coadiuvata anche dall'Istituto superiore della sanità e dai geochimici dell'Enea. Il materiale informativo, inoltre, sarà inviato oggi stesso a Bruxelles perché anche l'Unione europea se ne interessi.

“Ho preso contatti con David Sassoli, capo della delegazione del Pd al Parlamento europeo - conclude Nascetti – perché si è interessato del problema da subito. Ricordo che il lago di Vico è uno dei luoghi protetti dall'Ue e se non si riuscirà a tornare a livelli buoni di qualità dell'acqua, arriveranno multe pesanti proprio da Bruxelles”.

I lavori della task force dovrebbero concludersi entro sei mesi circa, ma è indispensabile un appoggio finanziario delle istituzioni locali e nazionali. “L'Europa fa la sua parte – conclude Nascetti -, ma anche le amministrazioni locali devono ascoltarci. Il problema è serio e riguarda tutti. Solo per fare un esempio ricordo che ho pronto nel mio cassetto un progetto Laif per il lago già da anni, ma non è mai partito perché i finanziamenti mancano”.

Soddisfatto, infine, anche il rettore Marco Mancini che sottolinea la grande professionalità del gruppo che lavorerà agli studi sul lago. L'università si servirà strumenti sofisticati come il Multibim che riesce a localizzare bidoni e residui bellici sul fondo del lago.


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