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Roberto Talotta sulla morte dell'infermiera che si è dissanguata perché non riceveva lo stipendio
Il sacrificio di Mariarca ci deve fa riflettere
Viterbo - 18 maggio 2010 - ore 20,15

Riceviamo e pubblichiamo - "Lo stipendio è un diritto, ho lavorato e pretendo i miei soldi".

Così Mariarca Terracciano, l'infermiera morta nei giorni scorsi a Napoli, spiegava la sua decisione di farsi prelevare ogni giorno 150 ml di sangue fin quando non fossero stati pagati gli stipendi al personale della Asl Napoli 1.

Mariarca ribadiva ciò che la stessa Costituzione stabilisce all’articolo 36, allorché enuncia che “il lavoratore deve essere retribuito proporzionatamente alla quantità e alla qualità di lavoro svolto e sufficientemente per avere una esistenza libera e dignitosa".

Prima ancora di entrare nel merito di questa assurda storia, voglio rivolgere un pensiero alla famiglia di questa giovane donna, ai figli, al marito, perché loro, più di altri, soffriranno il calvario per un distacco tanto improvviso quanto drammatico.

Su questa morte si tenterà di speculare a qualsiasi livello, nel tentativo di dimostrare che la causa del tragico evento non è da ricercarsi nella cruenta forma di protesta della signora Terracciano e, ciò, allo scopo di esonerare da qualsiasi responsabilità tutti coloro che, nella vicenda, hanno un ruolo sostanziale nella gestione sanitaria della Regione Campania.

La vita spezzata di Mariarca accende comunque i riflettori sulla rovinosa condizione generale che fa torto non solo ai lavoratori della sanità ed ai cittadini di questa o altra Regione in “debito economico”, ma ferisce quel mondo del lavoro che evidenzia l’affanno crescente di tutti i salariati che si dimenano quotidianamente tra mille incognite e assillanti preoccupazioni derivanti da una crisi che sembra essere tangibile solo per le fasce più deboli della “scala sociale”.

In questa condizione di debolezza, ci si è immedesimata anche l’infermiera Mariarca, consapevole che il mancato pagamento dello stipendio le avrebbe causato una serie di grosse difficoltà al suo menage familiare e, da qui, la risoluta volontà di lottare con qualsiasi mezzo per mettere in evidenza gli aspetti più vergognosi e deleteri che si riversano sulla reputazione dei Lavoratori in generale.

Ecco perché la morte di Mariarca, a prescindere dalle cause che l’hanno determinata, deve stimolare il recupero di tutti quei diritti costituzionali e contrattuali che sono pratimonio irrinunciabile di una nazione che si definisce civile e solidale con le aspettative del suo popolo, un popolo che, ancora oggi, e non soltanto per una congiuntura internazionale, vive un “Mercato del Lavoro” influenzato dal pressappochismo, dal precariato, dalla disoccupazione, dalla corruzione, dallo sfruttamento e da abusi di ogni genere.

Mi auguro con tutto il cuore che il sacrificio di Mariarca risvegli la coscienza di quanti sono preposti alla gestione della “cosa pubblica”, inducendoli a legiferare provvedimenti che salvaguardino i diritti, la sicurezza e la dignità di ogni singolo Lavoratore, anziché i cinici appetiti dei tanti profittatori che continuano a godersela nonostante tutto.

Roberto Talotta
Consigliere comunale gruppo Udc


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