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Giustizia - Il ministro Angelino Alfano chiarisce i particolari della legge
Intercettazioni, tutto inalterato per la mafia
Viterbo - 23 maggio 2010 - ore 17,30

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano
- La legge sulle intercettazioni non cambierà la procedura sui processi per mafia.

“La legge sulle intercettazioni lascia inalterato tutto per quanto riguarda la mafia e terrorismo; nulla cambia in ordine ai presupposti per intercettare e per la durata”.

Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a margine delle manifestazioni per ricordare la strage di Capaci, nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo. “Risparmiando sulle intercettazioni inutili - ha aggiunto - ci saranno più risorse per quelle indispensabili”.

Il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso, anche lui a Palermo, invoca la prudenza: “Ancora non abbiamo un testo definitivo. Guardo le cose da un punto di vista tecnico - ha spiegato - . Faremo un bilancio non appena ci sarà un testo più definito, ma parecchi passi avanti sono stati fatti rispetto al testo iniziale che segnava un totale eliminazione delle intercettazioni. Oggi è migliorato e speriamo in altri miglioramenti”.

Secondo il procuratore di Palermo Francesco Messineo, invece, “una restrizione del potere di intercettazione si traduce inevitabilmente in una restrizione del potere e dell’ampiezza delle indagini. C’e’ un problema di privacy che deve essere risolto, ma tocca non ai magistrati, ma al Parlamento contemperare le due esigenze”. “Anche se la legge fa riferimento alle leggi ordinarie, gli effetti si ripercuotono su quelle sulla mafia che spesso partono dalle inchieste ordinarie”, ha aggiunto.


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