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In meritoa un'interrogazione di Marini al ministro Gelmini
La Flc Cgil è solidale con l'Isis di Tarquinia
Viterbo - 30 maggio 2010 - ore 17,15

- La Flc Cgil di Viterbo esprime solidarietà e sostegno al collegio docenti e al dirigente scolastico dell’Isis di Tarquinia fatti oggetto di una interrogazione da parte di Marini, sindaco di Viterbo.

“L’interrogazione parlamentare presentata di Marini sarebbe risibile se non fosse pericolosa - si legge nella nota di Giuseppe di Russo, segretario generale della Flc Cgil -. Si inquadra certamente in quel disegno restauratore che vuole mettere il bavaglio alla società italiana e aggiogare la scuola alla linea del governo comprimendo gli spazi di democrazia e la libertà di pensiero, che nella scuola ed attraverso la scuola dovrebbero trovare la loro massima espressione.

Il tentativo di imbavagliare l’informazione e la magistratura, sta proseguendo con il tentativo di soffocare qualsiasi tentativo di dissenso anche nel mondo della scuola".

La Flc Cgil è preoccupata dal futuro della linea ministeriale. "La nota di richiamo dell’Usr dell’Emilia Romagna - dicono dalla Cgil - ai dirigenti degli Uffici Scolastici Provinciali a vigilare sui Dirigenti Scolastici e sulle loro “posizioni critiche” nei confronti del governo rappresenta, a nostro giudizio, solo un’anticipazione di quella che sarà la linea ministeriale di impedire il dissenso. Linea che comincia a farsi sentire, con solerzia, anche nel viterbese".

"Il giudizio che le parti sociali, Confindustria e sindacati insieme, hanno espresso ieri sulla inadeguatezza della classe politica viterbese - conclude la nota - diventa del tutto condivisibile se un politico del livello di Marini invece di interpretare il disagio che il mondo della scuola sta vivendo, invece di comprendere le ragioni profonde di quel documento, chiede che venga punita la libertà di pensiero.

Perché Marini, invece di farsi portavoce di interessi di parte, non si fa portavoce delle esigenze delle molte famiglie viterbesi che non potranno accedere al tempo pieno, delle esigenze dei piccoli comuni che si vedranno chiudere le scuole, dell’edilizia scolastica del Comune di Viterbo dove diversi edifici presentano problemi di sicurezza, dell’impoverimento dell’offerta formativa che la riforma Gelmini prevede, dei problemi dei precari (in due anni almeno 400 di essi sono stati espulsi dal circuito della scuola), dei molti docenti, soprattutto delle superiori, che diventeranno soprannumerari?

Questi sono i problemi che dovrebbero essere al centro dell’agenda della politica, non il fastidio della critica. La scuola non è né di destra né di sinistra e rappresentarne la realtà è un merito, un dovere, un diritto, non una colpa. Tacere che il consistente calo delle risorse finanziarie e di personale abbia impoverito l’offerta didattica della scuola statale italiana sarebbe come dire, e come è stato detto per molti mesi dal governo, che la crisi economica è solo psicologica. L’importante è non parlarne".


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