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Politica - Critiche all'interno del Pdl per la decisione di far valutare il decreto a Napolitano
Manovra, è polemica sulla firma
Viterbo - 30 maggio 2010 - ore 11,00

Il premier Berlusconi
- Il decreto da 24 miliardi di euro parte alla volta del Colle con un leggero ritardo dato che il testo, in teoria, il Consiglio dei ministri lo aveva approvato martedì.

Il premier sembra preoccupato dai commenti e dai battibecchi che si stanno creando anche all’interno dello stesso Pdl in merito. Comunque rassicura: “La manovra sarà firmata quando il Colle darà la sua valutazione”.

Anche se è un’anomalia, dato che la sua firma su quel provvedimento doveva essere stata apposta (sempre in teoria) in Consiglio dei ministri cinque giorni fa. Gli uffici del Quirinale non mancano di far notare l’irritualità di quanto dichiarato e, su input del solito Letta, poco dopo le 13,30 arriverà la nota di Palazzo Chigi che correggerà il tiro: “Il premier ha già firmato”.

Qualcuno, come il finiano Briguglio, dà all’accaduto una lettura politica: “Il presidente, per difendere il suo primato da Tremonti, ha dovuto trasformare la sua firma da atto burocratico in una sorta di sigillo reale”. Altri, i berlusconiani, lasciano trapelare l’insofferenza ormai palese per la prassi della limatura dei decreti con l’ufficio giuridico del Colle.

“Senza polemica, ma stiamo assistendo al progressivo passaggio da una Repubblica parlamentare a una presidenziale” fa notare il vicecapogruppo Pdl Osvaldo Napoli. Al Colle, incuranti delle polemiche, lavorano sulla manovra, riflettori puntati sul condono più o meno mascherato.


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