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Camera di Commercio - Presentato il decimo rapporto sull'economia viterbese dell'istituto Tagliacarne
La Tuscia è in crisi ma non troppo
di Francesca Buzzi
Viterbo - 7 maggio 2010 - ore 14,00

Francesco Monzillo
Ferindo Palombella
Franco Rosati
Paolo Equitani, Francesco Battistoni e Giulio Marini in platea
- La Tuscia sembra reggere abbastanza bene ai colpi della crisi.

E' quanto emerge dal decimo rapporto sull'economia viterbese realizzato dall'istituto di ricerca economica Guglielmo Tagliacarne insieme all'osservatorio economico provinciale, presentato questa mattina dalla Camera di Commercio.

“La situazione non è certo rosea – spiega Francesco Monzillo, vicesegretario e responsabile dell'osservatorio economico provinciale , ma le imprese della provincia di Viterbo sono riuscite in un modo o nell'altro a rimanere a galla e a rilevare dati più positivi rispetto a quelli della media nazionale”.

In generale, infatti, la riduzione della crescita nella Tuscia si è attestata al -4% contro il -5% della media italiana.

“A favorire questa condizione – continua Monzillo – è il fatto che la maggior parte delle aziende locali sono medio-piccole se non addirittura individuali e non subiscono enormi perdite in periodi di crisi”.

Ma i problemi non mancano e molte imprese per sopravvivere hanno dovuto affrontare sforzi notevoli. “Il calo maggiore della produzione è stato riscontrato dal manifatturiero e dal settore delle costruzioni. Perdono quota, poi, anche i trasporti".

Le aziende hanno dovuto correre ai ripari. "Alcune di queste - dice Monzillo - hanno usufruito di cassa integrazione e mobilità per ridurre, almeno temporaneamente, il personale, altre hanno ritardato i pagamenti ai fornitori, altre ancora sono state costrette a ricorrere ai confidi”.

E proprio i confidi sono stati una delle risorse più preziose per gli imprenditori. “Questi – spiega Monzillo – hanno reso più facile l'accesso al credito garantendo tassi più bassi, finanziamenti erogati in tempi minori e sulla base di garanzie accettabili”.

La disoccupazione è comunque cresciuto in maniera preoccupante. Nel 2009 i senza lavoro nella Tuscia sono aumentati dell'11,7%, mentre i cassintegrati del 140%.

Ma le imprese sembrano ben sperare per il 2010. “In alcuni settori – conclude Monzillo -, specie nel manifatturiero, le imprese hanno cercato di rispondere alla crisi investendo molto. Si è scelto, infatti, di puntare sull'innovazione e quindi ci si aspettano dei miglioramenti per l'anno in corso e quello prossimo”.

“Questo rapporto sull'economia viterbese è sia un traguardo che un punto di partenza - ha commentato il presidente della Camera di Commercio, Ferindo Palombella -. Un traguardo perché offre ogni anno un quadro autorevole dell'economia locale, intervistando circa 400 aziende del territorio. Un punto di partenza perché rafforza ed amplia i compiti della Camera di Commercio e le permette di organizzare in maniera più efficiente le risorse economiche”.

Secondo Palombella l'uscita dalla crisi non è né immediata, né facile, ma di sicuro possibile se si adottano le giuste strategie. “Questo momento deve essere affrontato con coraggio – continua -. Le imprese non vanno lasciate sole e le istituzioni devono fare il possibile per farle reagire”.

“Internazionalizzazione, innovazione, credito e aggregazione. Queste sono le parole chiave che faranno la differenza - conclude Palombella -. Se si superano i confini locali e nazionali, se si investe su idee nuove, se si favorisce l'accesso al credito e, infine, se si uniscono le forze creando reti e sinergie, la crisi può essere superata”.


La nota della Camera di Commercio

Innovazione, internazionalizzazione, credito e aggregazione. Sono le quattro parole-chiave per affrontare la crisi indicate oggi dal presidente della Camera di Commercio di Viterbo Ferindo Palombella, in occasione della Giornata dell’Economia.

Dalla presentazione del decimo Rapporto dell’Economia della Tuscia – realizzato dall’Istituto di ricerca economica Guglielmo Tagliacarne insieme con l‘Osservatorio Economico Provinciale – emergono dati tutt’altro che lusinghieri: Pil pari a -4%, una crescita del numero di imprese che sfiora lo zero, il 26,1% in meno di esportazioni, il tasso di disoccupazione dell’11,7%, fatturati inesorabilmente in ribasso e difficoltà di accesso al credito.

“Un quadro a tinte fosche – ha dichiarato Francesco Monzillo, vicesegretario generale della Camera di Commercio di Viterbo – anche se la situazione economica della nostra provincia non è addebitabile solo alla crisi e alla congiuntura, ma è anche frutto di un modello di sviluppo basato su attività tradizionali, bassa presenza del terziario avanzato e di attività con alta capacità di innovazione tecnologica, nonché scarsa e poco diversificata apertura all’estero e capacità di aggregazione”.

“Siamo in mezzo al guado di una grave crisi – ha sottolineato Palombella – che vede le nostre imprese in difficoltà. Dobbiamo lavorare insieme, remando tutti dalla stessa parte, per uscire da questa crisi rafforzati.

Poniamo, quindi, sul tavolo obiettivi concreti, da condividere e realizzare responsabilmente nel breve-medio termine d’intesa con istituzioni, enti locali, associazioni di categoria e rappresentanze sindacali. Per l’innovazione puntiamo sulla creazione dei Consorzi di Tutela per le produzioni Dop e l’apertura di una Rappresentanza a Bruxelles per le politiche comunitarie, mentre per l’internazionalizzazione è necessaria la creazione di un Consorzio per l’Export, così come avvenuto con successo in altre province.

Sul credito nelle prossime settimane daremo vita a una vera e propria task force coordinata dalla Camera di Commercio, composta da rappresentanti di Confidi e Associazioni di categoria, istituti bancari ed esperti del settore. Per quel che riguarda l’aggregazione è prossima la prima riunione del Tavolo tecnico dell’Economia provinciale, che sarà attivato nelle prossime settimane presso la Camera di Commercio, sarà il luogo ideale in cui elaborare una progettualità da condividere con gli agli altri enti istituzionali e per monitorare in modo permanente lo sviluppo locale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso Sandro Pettinato, vicesegretario generale di Unioncamere, il quale nel suo intervento, tra l’altro, ha evidenziato quanto sia importante “reagire in maniera intelligente alle necessità che si presentano, per favorire il riposizionamento delle imprese che vogliono scommettere insieme agli organismi istituzionali sul loro progetto”.

Vediamo nel dettaglio gli aspetti salienti del 10° Rapporto dell’Economia della Tuscia

RICCHEZZA PRODOTTA
In linea con gli effetti della crisi internazionale la provincia di Viterbo ha fatto registrare una riduzione della crescita del PIL pari al -4%, comunque migliore alla media nazionale che è del -5%. Il livello di ricchezza procapite che, al 2009, è associabile alla provincia di Viterbo risulta pari a 22.349 euro, con un decremento del 2,4% rispetto al 2008, il più basso del Lazio.

Dall’analisi delle componenti dello sviluppo sii conferma anche quest’anno, sebbene in misura inferiore rispetto al passato, la vocazione agricola del territorio che presenta un’incidenza del settore agricolo del 4,3% (2% media nazionale), anche se va sottolineato il minor peso dell’agricoltura nella formazione del valore aggiunto rispetto agli anni precedenti (nel 2007 pari al 7,1%). Sottodimensionata l’incidenza del settore manifatturiero, pari al 13,3% rispetto al 20,8% della media nazionale.

LA DINAMICA DELLE IMPRESE
Un saldo positivo tra imprese iscritte e cessate nella provincia di Viterbo , anche se solo del +0,1%. I settori che ne hanno risentito maggiormente della crisi sono il manifatturiero (-0,9%), i trasporti (-1,8%) e quello agricolo. Quanto alla struttura il tessuto imprenditoriale risulta ancora di natura tradizionale con la centralità del settore agricolo (37,8% sul totale delle imprese) e dell’agroalimentare, anche se si conferma la progressiva diminuzione degli ultimi anni.

Gli altri settori – i servizi, il commercio, i trasporti e manifatturiero –risultano sottodimensionati rispetto alle altre provincie del Lazio mentre il peso delle costruzioni è in linea con gli altri territori.

Rispetto alle varie forme giuridiche il tessuto produttivo provinciale viterbese è particolarmente concentrato sulla piccola impresa con il 74,6% da ditte individuali, il 14,8% da società di persone e l’8,8% da società di capitale.

IL COMMERCIO ESTERO
L’anno 2009 è stato contrassegnato per la provincia di Viterbo dal -26,1% di esportazioni merci rispetto al 2008, un dato superiore al livello regionale e nazionale. Il dato è fortemente condizionato dalle difficoltà del comparto manifatturiero, e più nello specifico del segmento delle ceramiche (articoli sanitari ed oggetti domestici) che da solo copre il 41,6% dell’export.

Da sottolineare l’elevato peso detenuto nell’export di Viterbo dai prodotti agricoli (11,7% sul totale) e da quelli della collegata industria alimentare (9,2%).

L’Europa rimane il principale mercato di sbocco della produzione viterbese (69,5%), con prevalenza di Francia (13,7%), Germania (10,7%) e Spagna (9,8%). Al di fuori dei confini del Vecchio Continente ci sono Stati Uniti (7,5%) e Asia (12%). Nella Tuscia si conferma il basso grado di propensione all’export con un valore del 3%, il più basso del Lazio e sotto la media nazionale (19,4%).

LA CRISI E LA CONGIUNTURA
Guardando alle aspettative delle imprese della provincia di Viterbo risulta molto elevato il grado di incertezza sui tempi della ripresa (39,1%) e che, inoltre, più del 30% delle imprese si aspetta che la ripresa non avrà ancora luogo nel corso di quest’anno, ma che sarà necessario attendere il 2011. In questo senso le attese riflettono un clima di incertezza che, peraltro, riguarda non solo le imprese, ma anche i consumatori.

Nel 2009 la crisi ha continuato ad avere conseguenze negative sull’attività imprenditoriale con fatturato, occupati e produzione che non solo hanno continuato a diminuire, ma lo hanno fatto ad un ritmo uguale o più intenso rispetto a quello del 2008. Se è vero che il commercio mostra una sostanziale tenuta il settore manifatturiero (estrattivo, ceramica e tessile e abbigliamento) e quello delle costruzioni evidenziano flessioni piuttosto consistenti, con fatturati in diminuzione, rispettivamente, del 15,3% e del 18,6%, mentre più contenute sono le riduzioni di fatturato dell’agricoltura (-5,5%) e dei servizi (-3,3%).

Pur non potendo parlare di fine della crisi le aspettative per il 2010 da parte degli imprenditori indicano un incremento dei fatturati in quasi tutti i settori di attività, in particolare per commercio e manifatturiero (estrattivo e ceramica), mentre agricoltura e costruzioni dovrebbero conservare il segno negativo anche nel 2010. Il volume di affari del turismo e dei servizi alle persone nel 2010 dovrebbero tornare a crescere.

IL MERCATO DEL LAVORO
A livello occupazionale nel 2009 la provincia di Viterbo ha fatto registrare 600 occupati in meno (-0,5%) rispetto al 2008, con una crescita del tasso di disoccupazione dell’11,7%, contro l’8,5% regionale e il 7,8% nazionale.

Nel corso del 2009, nella provincia di Viterbo sono state erogate a favore dei dipendenti delle imprese aventi diritto ben 4.170.347 ore di cassa integrazione, di cui 2.508.557 ordinaria e 1.661.790 straordinaria. Tale dato, che nel 2009 è aumentato sensibilmente rispetto al 2008 (+140,4%) è comunque molto inferiore al dato Italia +311,4%.

Le donne presentano tassi di occupazione pari a circa la metà di quelli maschili (maschi 71,1%, femmine 37,3%), lontanissimi dalla media regionale e nazionale, e una disoccupazione femminile pari al 13,3.

Per il 2010 l’occupazione delle imprese della provincia di Viterbo dovrebbe tornare a crescere, sebbene in modo piuttosto contenuto (+0,6%). Per il 2010 è previsto che il 25% delle imprese potrà avere bisogno di figure professionali, in particolare il 7% delle imprese avrà bisogno di figure professionali tecniche ed il 5,5% di professioni operative della vendita e dei servizi.

IL CREDITO E I RAPPORTI DELLE IMPRESE CON LE BANCHE E I CONFIDI
Interrompendo il trend positivo degli ultimi anni la provincia di Viterbo ha visto nel 2009 un incremento della rischiosità del credito con il rapporto sofferenze su impieghi che è aumentato dal 4,3% al 4,6% mantenendo sostanzialmente inalterato il gap con la media nazionale (3,4%).

Nonostante l’irrigidimento del sistema bancario locale, nel 2009, Viterbo rileva una crescita degli impieghi bancari (+6,5%) con un trend espansivo decisamente maggiore rispetto alla media nazionale (+0,7%). Va comunque rilevato che buona parte di questa crescita è essenzialmente dovuta ad un maggior indebitamento delle famiglie piuttosto che ad un fabbisogno soddisfatto delle imprese.

Tra le prospettive valutate dalle imprese assume un’elevata considerazione il ricorso ai Consorzi di Garanzia Fidi, opportunità sfruttata nel 2009 dal 16,2% delle imprese intervistate. Il settore più interessato è stato quello delle costruzioni (22,9%). Tra i benefici ottenuti dai Confidi le imprese hanno evidenziato soprattutto un maggior volume del credito erogato (45,8% dei casi) e un minor costo del finanziamento.

LE AZIONI INTRAPRESE DALLE IMPRESE PER FRONTEGGIARE LA CRISI
Di fronte alla fase di recessione il 58% delle imprese ha messo in atto strategie volte a ridurre gli effetti negativi della congiuntura. Le azioni maggiormente intraprese sono state la maggiore differenziazione dei prodotti e servizi offerti con l’incremento della qualità degli stessi (22%) e la ricerca di più efficaci strategie commerciali (11,8%).

Azioni affini a quelle appena elencate sono l’ampliamento dell’offerta di prodotti, posto in essere dal 7,5% delle imprese, e la ricerca di nuovi mercati, azione intrapresa dal 6,6% delle imprese intervistate.

Non sono comunque mancate strategie più dolorose quali, la riduzione dei margini (8,9%) e del personale (8,2%).


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