Consiglio provinciale

Le posizioni nel Pdl restano le stesse e una soluzione non si vede. In Provincia le dimissioni di Massimo Fattorini, almeno per ora, non hanno sortito l'effetto desiderato.

Si è scoperto, ma in fondo lo si sapeva già, che l'empasse nella maggioranza non una è questione di numeri. Ma di politica.

Non bastano i due posti in giunta che si sono liberati (uno con le dimissioni di Fattorini, l'altro con la delega non ancora assegnata), a soddisfare i consiglieri ex An e dei Popolari. Un problema politico va risolto in modo politico.

Sul tavolo c'è la questione Udc. Ieri è stato ribadito in più incontri, anche a Gianmaria Santucci. Il suo partito deve dimagrire di un assessorato. Ma l'orientamento del presidente Meroi non sembra essere questo.

Forse teme che togliendone uno, se ne vadano tutti e tre e quel che è peggio, non avrebbe più il sostegno dei tre consiglieri di centro.

Dal canto loro, gli uomini di Gigli non indietreggiano. Si correrebbe il rischio, anche da quelle parti, di compromettere un equilibrio ormai raggiunto.

Morale della favola: la soluzione non c'è. Non la vedono i cinque consiglieri “ribelli”, ma non la vedono nemmeno altri esponenti Pdl, sulle posizioni dei cinque.

Piero Camilli, ad esempio, è pronto a fare la sua parte, rinunciando all'incarico di presidente del consiglio e magari passare a quello di capogruppo, purché nel rimescolamento ci sia la diminuzione di un assessorato al centristi.

Insomma, soluzione ancora lontana. E intanto Massimo Fattorini si starà domandando se sia valsa la pena dimettersi.

Si potrà consolare con il gruppo su Facebook, voluto da Andrea Marcosano (Pdl), per rimarcare come in tutta questa confusione, qualcuno ha saputo fare un passo indietro.