Via Malatesta, nel centro storico di Bagnaia

La stazione di Bagnaia innevata

- Gli amici si vedono nel momento del bisogno. Ne deduco che Francigena non è mia amica.

Alla triste conclusione sono giunto questa mattina mentre aspettavo (inutilmente) alla fermata del numero sei su viale Fiume a Bagnaia, un bus della società comunale di trasporto per arrivare a Viterbo.

Dalle sette e quarantacinque alle nove e dieci. Insieme a me, altri compagni di (s)ventura. Con la macchina bloccata nel parcheggio per la neve, il trasporto pubblico arriverà in mio soccorso, ho sperato.

Ma mai speranza fu più mal riposta.

Nonostante le strade assolutamente libere, con le macchine che circolavano tranquillamente senza catene, del numero sei, neanche l'ombra. Tanto che mi sono chiesto: esiste? M'informo con alcune delle persone alla fermata e mi confermano della sua esistenza.

Intanto i minuti passano, il freddo aumenta e la batteria dell'ipod si scarica. La musica è finita e i pendolari se ne vanno.

Qualcuno rinuncia e torna a casa, qualcun altro si butta a fare l'autostop e c'è chi, più temerario, decide di farsela a piedi da Bagnaia a Viterbo. Io no. Ho già dato.

Ho puntato sul numero sei. Ho fiducia che esca. Rimango. Solo che la corsa delle 8,20 non s'è vista. Altrettanto quella delle 8,40. Nel frattempo sono rimasto solo.

A un certo punto, come un miraggio compare un bus arancione. Sono le 9,10. Non è il sei, ma il quattro. Non sono alla fermata giusta, ma si ferma. Salgo. Giretto turistico all'Ellera. Quindi arrivo al Sacrario.

Poteva nascere una nuova amicizia con Francigena. Invece continuerò a fidarmi della mia auto. Peccato.