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Viterbo - Sposetti (Pd) attacca
Buchi di bilancio è scontro in consiglio
di Giuseppe Ferlicca
V
iterbo - 13 marzo 2010 - ore 4,30

-Bilanci pubblici in deficit e candidature. Due temi scottanti uniti tra loro, per quello che potrebbe essere uno degli ultimi screzi, in consiglio comunale, tra il capogruppo Pd Ugo Sposetti e il presidente Giancarlo Gabbianelli.

Motivo del contendere, una proposta del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, che in un'intervista sulle liste pulite, propone di tenere fuori chi ha generato voragini nei conti pubblici.

Sposetti lancia la provocazione. “Controllare i bilanci degli anni precedenti – spiega Sposetti – e vedere se sono state lasciate voragini nei conti pubblici, è il solo sistema per trovare i responsabili, che ambiscono a governare città o regione. Siamo tutti d'accordo, ma nel concreto, tutti ci candidiamo, non rendendoci conto di quello che abbiamo fatto”.

Troppo facile capire a chi il messaggio si rivolge. Il presidente del consiglio. Riferimento a quando era ancora sindaco. Infatti la replica non si fa attendere.

“Non ho lasciato buchi di bilancio – osserva Gabbianelli - voglio vedere il prezzo a base d'asta per la nettezza urbana. Quanto spenderemo e quanto spendiamo oggi con il Cev. Per quanto riguarda il verde pubblico, già vediamo che non si è risparmiato, ma ci costa di più. Condivido appieno l'analisi di Crosetto. Per questo mi sono permesso di candidarmi”.

Sposetti non è soddisfatto e sposta il tiro sul piano regolatore. “Il vicesindaco Meroi – spiega il capogruppo Pd – ci ha detto che avrebbe portato in consiglio comunale la variante al piano regolatore. State tranquilli che saremo investiti, invece, dall'approvazione d'altri piani integrati”.

Ma ce n'è anche per qualcuno che fino a poco tempo fa era parte del Pd. Roberto Talotta, eletto nella lista civica di Sposetti, da ieri è ufficialmente nel gruppo Udc.

“Non va trascurato – osserva Sposetti - il rispetto delle istituzioni e dei cittadini. Non è possibile che si affronti con leggerezza il fatto che se sono candidato sotto un simbolo e dopo un anno quel simbolo non mi piace più, passo sotto un altro.

Finché in Italia sarà consentita questa transumanza, noi non avremo un paese normale. A me piace il paese in cui una volta eletto mi danno una settimana per decidere a quale gruppo iscrivermi. Dopodiché, vado via solo se mi dimetto dall'assemblea in cui sono stato eletto. Questo si chiama rispetto per gli elettori”.

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