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Elezioni regionali - Interviene Francesco Battistoni, candidato del Pdl
"Agricoltura, bisogna mettere in campo la politica del fare"
V
iterbo - 14 marzo 2010 - ore 15,45

Francesco Battistoni
Riceviamo e pubblichiamo - Noto con piacere che recentemente intere pagine di giornali sono monopolizzate da interventi di vari candidati sulla questione, questione che io, che me ne sono sempre occupato, tempo fa definii ”la fine ingloriosa dell'agricoltura regionale e provinciale”.

Ora sembra che tutti, sia a sinistra che a destra, si accorgano che qualcosa non va nel settore più importante dell'economia del nostro territorio. Eppure già da anni la situazione, al di là della propaganda delle giunte di sinistra, era di fronte all'evidenza di tutti.

In un mio intervento del febbraio 2007 già affermavo infatti in consiglio provinciale: “La sinistra svende l'agricoltura della Tuscia”.

Si parlava allora del distretto rurale dei Cimini, ritenuto da tutti una grande occasione di sviluppo, dell'area interessata alle nocciole e castagne, e cioè i prodotti di punta dell'economia montana viterbese.

Da allora, non solo non sono decollati i progetti per risolvere la crisi della castanicoltura (a causa del cinipide) e del nocciolo (grazie alla concorrenza scorretta della Turchia), ma non si è mai dato corso nemmeno all'approvazione del Piano di sviluppo del distretto, la cui elaborazione era costata qualche centinaio di migliaia di euro.

All'inizio di quest'anno sono nuovamente intervenuto sull'inefficienza della politica regionale in generale e dell'assessore all'Agricoltura Daniela Valentini in particolare: i Pif presentati a marzo del 2009 sono ancora in alto mare, visto l'enorme ritardo accumulato dalla Direzione Regionale dell'Agricoltura. Ad oggi le aziende non hanno ottenuto nemmeno l'autorizzazione alle spese.

Per i Gal, pii, apprendiamo solo che sono stati ritenuti ricevibili solamente due in tutta la provincia di Viterbo. A questo dovranno seguire le domande per ottenere la contribuzione. Si prevedono ancora tempi lunghi. E' a questo punto opportuno ricordare che i Gal sono il IV asse del PSR 2007/20013 e che sarebbero dovuti partite con le altre misure, più o meno alla metà del 2008!

30 milioni di euro potenzialità, decantati da altri, sono perciò briciole se si considera il fabbisogno del territorio.

Sia i Pif che i Gal sono inoltre settori di “nicchia”?, cioè sono canali “preferenziali” dove bisogna essere messi a “conoscenza” degli stessi dai vari capofila. La vera domanda è: che fine hanno fatto i tanti sbandierati contributi del Psr 2007/2013 alle aziende agricole individuali presentate dall'ottobre 2008 a oggi? La conclusione ai miei interrogativi, oltre a qualche difesa d'ufficio delle organizzazioni satellite della sinistra come la Cia, era sempre la stessa: dietro la propaganda, il niente.

Ciò era comunque evidente già all'indomani dell'insediamento della Giunta Marrazzo. Si sarebbe portata avanti una politica precisa di sabotaggio e denigrazione di quanto fatto dal precedente assessore regionale, l'amico Antonello Iannarilli, “reo” di aver pagato più dei soldi stanziati dalla Comunità Europea per il Lazio, attingendo alle somme non spese delle altre regioni. Cosa che non era mai successa in precedenza, nemmeno nelle altre regioni italiane.

Come direttore regionale all'Agricoltura, la compagine di sinistra nominò un politico e non un tecnico: l'ex parlamentare comunista Settimi, che ha operato un vero e proprio smantellamento, rendendo la struttura inadeguata ad affrontare il difficile compito del nuovo Psr.

E poi si disse: “E' vero sono stati versati tanti soldi agli agricoltori, ma a pioggia. E si sono inventati così una procedura amministrativa completamente fuori luogo: i vari business plan, forse allo scopo di dare invece tanti soldi ai consulenti, così che attualmente dopo tre anni di operatività del Piano sono stati versati solo pochi spiccioli.

Il mancato rientro del contributo comunitario (mediamente il 35-40% dell'investimento) sta mandando in bancarotta tutti quelli che avevano creduto nel Psr.

Ora noto con piacere che l'assessore regionale Giuseppe Parroncini, che per cinque anni ha governato la Regione, non sbandiera più i successi (o meglio, i mancati successi) della politica di sinistra. Si è accorto che il comparto delle nocciole è in crisi per gli aiuti di stato della Turchia e per il fatto che la UE rallenta il controllo sulla qualità e sulla sicurezza alimentare dei prodotti importati, in termini di aflatossine.

Ovviamente per Parroncini la colpa non è della Regione, ma del Governo che non tutela adeguatamente le nostre produzioni. E no, noi non ci stiamo! Tutte le volte che il centrodestra è insorto contro la concorrenza sleale delle importazioni extra comunitarie, quali la Cina, chi è subito intervenuto per appellarci come razzisti e per la mancata solidarietà nei confronti dei paesi in via di sviluppo, per non parlare poi dell'entrata della Turchia nella Ue? Ovviamente la sinistra, sempre e solo la sinistra.

Sono sicuro che se vogliamo, non dico boicottare, ma rendere semplicemente oneste e legali le importazioni scorrette della Turchia, è necessaria e fondamentale anche una nuova politica regionale di salvaguardia delle nostre produzioni, a partire da nuove Giunte, sia in Piemonte, speriamo nel successo come governatore dell'amico Cota, sia nel Lazio con Renata Polverini. Solo così potremmo strappare deroghe alla Cee per la difesa delle nostre nocciole, come è successo per le quote latte.

Intanto va però ricostruita a favore dell'agricoltura una rete di protezione e di aiuti che la Giunta Marrazzo ha smantellato: dal credito agrario alla sburocratizzazione delle procedure per accedere ai contributi europei.

La sinistra ha fallito, mentre in passato il centrodestra ha dimostrato di saper ben operare. Come dice il presidente Silvio Berlusconi: “la politica del fare contrapposta alla politica delle chiacchiere e della denigrazione da parte dei nostri avversari”.

Francesco Battistoni
Candidato del Pdl al consiglio regionale del Lazio

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