Giuseppe Parroncini

- “Un anno fa non c’era nulla, dice Matteoli. E invece un anno fa i costi dello scalo erano già scritti: 812 milioni di euro.

Un anno fa c’era tanto di cronoprogramma dettato dalla presidenza del Consiglio dei ministri, però tutt’altro che rispettato. Un anno fa si era già chiusa la cabina di regia, frutto di un grandissimo lavoro in sinergia di tutto il territorio. E da un anno aspettiamo che quei fondi arrivino al Cipe: non si possono spacciare per novità cose note da tempo. Più che sognare, come dice qualcuno, sarebbe il caso di darci una svegliata”.

Aeroporto di Viterbo: l’assessore regionale alle reti aeroportuali, Giuseppe Parroncini, commenta così le parole del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.

“Presidenza del Consiglio dei ministri, 24 giugno 2009: in un documento in vista della seduta del Cipe del 26 dello stesso mese – spiega Parroncini – si evince che già dal precedente 8 maggio il ministro aveva consegnato al Comitato interministeriale il documento programmatico per il nuovo aeroporto di Viterbo ed infrastrutture correlate, con un’informativa dettagliata in cui si ripercorrono tutte le tappe della vicenda, dagli atti del governo Prodi ai risultati della cabina di regia. Lo stesso 8 maggio una senatrice locale del Pdl aveva comunicato con grande enfasi la ripartizione del fondi descritti nell’atto”.

Ecco alcuni passaggi significativi. Alla voce Fasi temporali delle attività si legge: entro il 30 giugno 2009 il master plan; entro il 30 giugno 2010 il progetto definitivo, esecutivo e gli espropri; entro il 30 giugno 2013 appalto ed esecuzione lavori; entro il 30 dicembre 2013 collaudi e agibilità. Alla voce Aspetti finanziari si legge invece: il costo complessivo della realizzazione del nuovo aeroporto e delle infrastrutture correlate è pari a 812 milioni di euro. Segue il quadro fonti impieghi.

“Grazie all’intervento del ministro Matteoli – conclude Parroncini – ieri abbiamo scoperto che da quell’8 maggio 2009 nulla è cambiato: il costo di aeroporto e infrastrutture sempre quello è. E’ chiaro che però i tempi non tornano: più che il governo del fare, questo è il governo del fare...mo”.