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Elezioni - Di Pietro con una telafonata liquida il progetto - Fotocronaca
L'aeroporto a Viterbo? Che c'azzecca?
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 17 marzo 2010 - ore 3,30

Giuseppe Anelli
Rita Capponi
- L'aeroporto a Viterbo? Che c'azzecca?

In molti ieri sera lo hanno atteso. Invano. Antonio Di Pietro non si è visto. Dopo avere spostato più volte l'orario dell'appuntamento, non ce l'ha fatta a raggiungere i suoi sostenitori in un cinema del capoluogo.

Tuttavia, si è comunque fatto sentire, seppure brevemente, via telefono.

Viterbo uguale aeroporto, impossibile ignorare l'argomento. “Non c'azzecca niente lo scalo a Viterbo – ha detto – serve giusto ad aiutare qualcuno e non certo l'economia del territorio.

Ci sono tante altre emergenze.

Non serve quest'inutile orpello, l'ennesima cattedrale nel deserto che non serve assolutamente a niente”.

Nel Lazio Italia dei Valori è a fianco di Emma Bonino. “In questa regione – spiega Di Pietro – uno dei principali problemi è stata la sanità, con dieci miliardi di euro di debito lasciati da Storace”.

Pochi minuti, in cui si è scusato per non essere potuto arrivare a Viterbo. Problemi di salute.

L'incontro è comunque proseguito. Dentro la sala un centinaio di persone. Fuori altre in attesa. Non per Di Pietro, ma per lo spettacolo delle 20.30.

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