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Viterbo - Organizzata dal Rotary Club mercoledì 24 marzo alle 18 nella chiesa di San Silvestro
Rievocazione dell'assassinio di Enrico di Cornovaglia
Viterbo - 21 marzo 2010 - ore 19,15

- Il Rotary Club di Viterbo mercoledì 24 marzo, alle 18, presso la chiesa di San Silvestro, a piazza del Gesù, organizza la rievocazione storica del celebre assassinio che ebbe luogo all’interno della medesima il 13 marzo 1271 commentando i versi scritti da Dante Alighieri nel XII canto dell’Inferno: "Colui fesse in grembo a Dio lo cor che 'n su Tamisi ancor si cola" che nella Divina Commedia, immortalano il crudele assassinio di Enrico di Cornovaglia per mano dei suoi cugini Guido e Simone di Montfort il giovane.

All’evento, introdotto dal presidente del Rotary Club di Viterbo, Alberto Grazini, parteciperanno i seguenti relator:i il professore Massimo Miglio, presidente dell’I.S.I.M.E. e docente di storia medioevale dell’università degli studi della Tuscia di Viterbo, e la professoressa Maria Luisa Ubertini, preside del Liceo Ginnasio Buratti.

Enrico di Cornovaglia, figlio di Riccardo di Cornovaglia, Re dei Romani, e nipote del Re Enrico III d'Inghilterra, nel 1268 fu inviato dalla Sicilia in Guascogna per pacificare la regione, che viveva in una sorta di anarchia. Partì con Filippo III di Francia e Carlo d'Angiò.

Il 13 marzo del 1271, durante una sosta a Viterbo, mentre stava assistendo alla messa nella chiesa di San Silvestro, venne improvvisamente raggiunto dai suoi cugini Guido e Simone di Montfort il giovane che volevano vendicarsi su di lui dell'affronto subito dal re inglese, che aveva ucciso e umiliato i cadaveri del loro padre e del loro fratello dopo la battaglia di Evesham (seconda guerra dei Baroni).

Enrico fu brutalmente ucciso con colpi di spada mentre cercava di rifugiarsi sull'altar. Il delitto, per l'efferatezza e per la profanazione del luogo sacro, destò molto scalpore in tutta Europa.

Secondo i versi di Dante, il Re d'Inghilterra riuscì ad ottenere solo il cuore del cugino, custodito poi in un'urna dorata, forse murata in una colonna del Ponte di Londra.

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