- Visita al distretto ceramico di Civita Castellana, martedì mattina, per Enrico Panunzi, candidato Pd alla carica di consigliere regionale del Lazio. Panunzi si è intrattenuto con gli operai del distretto, colpiti da una crisi che ha riguardato duramente il settore: su circa 3 mila addetti, infatti, 2.500 sono in cassa integrazione, che ha coinvolto quasi tutte le aziende, con poche eccezioni.

Insieme a Panunzi anche Alessandro Angelelli, candidato consigliere del Pd per la Provincia, e Paola Amicucci, assessore comunale a Civita. Da ricordare come nel 2007 la Regione Lazio abbia sottoscritto con le parti sociali un Protocollo di intesa con il quale si impegna entro il 2013 ad interventi mirati alla riqualificazione e all’innovazione della filiera ceramica del Distretto di Civita Castellana, nonché alla riconversione produttiva dell’area attraverso iniziative di nuove attività industriali che consentano di ridurre il disagio sociale, favorendo il mantenimento occupazionale e orientando lo sviluppo del sistema economico dell’area.

“Bisogna partire proprio da questi impegni e renderli concreti - ha detto Panunzi - sostenendo l’attività di ricerca, sviluppo ed innovazione, riducendo il disagio sociale e migliorando l’occupabilità. Da notare che, anche in questo caso, il Governo non ha fatto la sua parte, dicendo no alla proposta di “rottamazione” nel settore. Bisogna sostenere l’attività delle Pmi all’estero, consolidare i rapporti commerciali con il principale mercato di sbocco per le esportazioni nazionali (Stati Uniti) e favorire l’aggregazione tra le imprese, in modo che possano entrare omogeneamente sui mercati internazionali”.

Nel mese di ottobre 2008, per contrastare la crisi del settore, la Regione Lazio ha stanziato 15 milioni di euro che saranno investiti nel distretto della ceramica di Civita Castellana: il bando punta sulla riduzione delle emissioni inquinanti, all’efficienza energetica attraverso l’incentivazione delle fonti rinnovabili ed il ricorso ad impianti di autoproduzione energetica, l’internazionalizzazione e la difettologia, ovvero la messa a punto di nuove tecniche in grado di ridurre i difetti nella lavorazione ed aumentare così l’efficienza del processo produttivo. “Le istituzioni - ha concluso Panunzi - devono essere vicine a chi ha perso il lavoro, prevedendo forme di ricollocazione sul mercato”.