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Elezioni provinciali - Meroi illustra il suo programma sull'attività venatoria
"Caccia, ma la Bonino sa quello che dice Grattarola?"
Viterbo - 23 marzo 2010 - ore 19,30

Riceviamo e pubblichiamo - Grattarola parla di caccia. Di come legare il cacciatore al territorio, di come regolamentare un settore che negli ultimi anni ha registrato dei cambiamenti profondi.

Chissà che direbbe la Bonino. Tutti la ricordano quando vent'anni fa, a capo dei radicali, propose un referendum per abolire la caccia, rigettato dagli elettori.

Alla luce del quadro ideologico e delle posizioni assunte storicamente dal centrosinistra sull'argomento, viene proprio da pensare che le esternazioni di Grattarola, di qualche giorno fa,siano un passaggio dovuto, studiato più per accattivarsi il maggior numero possibile di fasce di elettorato, che per interessarsi realmente, per poi intervenire in maniera concreta, dell'argomento.

Tanto per cominciare va affrontato il quadro di riferimento, oramai superato, della legge 157 del 92 che, se ha il pregio di coinvolgere i vari attori nella gestione del territorio a fini faunistici, come le associazioni venatorie, agricole ed ambientalistiche, ipotizza una realtà profondamente diversa da quella attuale.

All'epoca della 157, vent'anni fa, i cacciatori erano due volte e mezzo quelli attuali. La stessa legge prevedeva che fossero gli stessi cacciatori a fornire le risorse necessarie alla gestione del territorio.

Ma, proprio in virtù di questo sensibile ridimensionamento del loro numero, questa soluzione oggi appare impraticabile. E' evidente, quindi, la necessità di mettere in campo risorse aggiuntive provenienti dal settore pubblico o anche fondi europei da utilizzare soprattutto per il miglioramento ambientale e il risarcimento dei danni da fauna selvatica.

Sulla base di queste e altre considerazioni chiederemo alla regione Lazio di intervenire sul quadro normativo per adeguarlo al nuovo contesto e renderlo più rispondente alle problematiche e agli elementi emersi in questi anni. Per quanto riguarda l'ambito provinciale, invece, va ripreso, a mio avviso, il regolamento per la caccia al cinghiale approvato ai tempi della Giunta Marini, con l'assessore Mario Lega.

L'impianto generale è ancora attuale: vanno aggiornati alcuni aspetti in tema di sicurezza nell'uso delle armi, nel redimere qualche conflittualità di troppe tra le squadre e impostare la gestione della specie cinghiale in funzioni di prevenzione dei danni.

Va affrontata, inoltre, la questione del nuovo Piano faunistico Venatorio, fermo ormai dal 98, che dovrà tenere conto delle modifiche avvenute nel frattempo sul territorio come la riduzione della superficie agro silvo pastorale.

Si impone, inoltre, una rivisitazione degli istituti faunistici, affinché siano veramente produttivi e funzionali alle esigenze di una caccia più sostenibile, che salvaguardi gli interessi sia del libero cacciatore, che dell'agricoltore e dell'ambientalista.

In sinergia con una nuova amministrazione regionale di centrodestra si potrà valutare la possibilità di introdurre al prelievo venatorio specie le cui consistenze siano rilevanti come lo storno, la starna e il fagiano a gennaio.

Potenziare, infine, la caccia di selezione con la istituzione di nuovi distretti nella consapevolezza che tale modalità di prelievo risulta compatibile con le esigenze di conservazione del patrimonio faunistico.

Marcello Meroi
Candidato alla Presidenza della Provincia

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