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Giallo di Gradoli - La parola ancora alle difese - Attesa per la decisione sul rinvio a giudizio
"Un omicidio senza spargimento di sangue?"
Viterbo - 25 marzo 2010 - ore 18,00

L'avvocato Bruno
- Giallo di Gradoli, entro le 18,30 la decisione del giudice.

Continua l'udienza preliminare per Paolo Esposito e Ala Ceoban. Dopo gli interventi degli avvocati Mario Rosati, difensore di Paolo, e Pierfrancesco Bruno, legale di Ala, il giudice Fanti si è ritirato per deliberare.

L'udienza è stata sospesa intorno alle 16,30. Entro la prossima ora, o poco più, il giudice dovrebbe pronunciarsi in merito al rinvio a giudizio.

Fanti, in ogni caso, ha respinto tutte le eccezioni presentate dagli avvocati di Esposito. Ovvero, alleggerire la misura cautelare per Paolo, avere accesso alla documentazione bancaria e ai tabulati telefonici successivi al 30 maggio.

Enrico Valentini ha anche chiesto al giudice di revocare il divieto per Esposito di vedere la figlia Erika. Ma anche questa eccezione è stata rigettata.

"Nessun problema - hanno commentato Rosati e Valentini -. Ce lo aspettavamo. Il giudice, sostanzialmente, ha respinto la nostra eccezione perché non abbiamo i titoli per presentarla. Spetterebbe al tutore di Erika avanzare una tale richiesta. Ma lui non lo fa. Ed è qui che volevamo arrivare...".

Quanto a Rosati e Bruno, anche i loro interventi, come quelli di Valentini, erano tesi a smontare pezzo per pezzo la tesi dell'accusa.

Rosati ha insistito sulle testimonianze di chi ha detto di aver visto Tatiana alcuni giorni dopo la scomparsa. Testimonianze ritrattate o non tenute sufficientemente in considerazione, secondo l'avvocato.

Bruno, invece, si è soffermato sul ruolo di Ala nel presunto delitto. "Il suo coinvolgimento - ha detto il legale - è quasi una necessità per l'accusa. Per giustificare il movente dell'omicidio e la premeditazione. Ma non ci sono riscontri".

"Secondo il pm l'omicidio è premeditato perché i corpi sono spariti - spiega Bruno -, o meglio, sono stati fatti sparire. E questo sarebbe stato nei programmi tanto di Ala quanto di Paolo.

Ma come facciamo a dirlo? Solo sulla base dei 200 messaggi che si sono inviati il giorno prima? Ma perfavore... un omicidio non si pianifica con gli sms. Senza contare che Paolo e Ala avrebbero compiuto tutta una serie di errori, per esempio quello di non nascondere i passaporti di Elena e Tatiana".

Poi le macchie di sangue. Che secondo l'accusa bastano a giustificare un omicidio. Ma secondo Bruno no. "A parte la scarsità di tracce di sangue - conclude l'avvocato - quel che ci sconcerta è l'ipotesi del dilavamento, ossia che Ala possa aver ripulito tutto dopo l'omicidio.

E' un'ipotesi che dalle perizie non risulta. E allora si potrebbe obiettare che Elena e Tatiana sono state uccise senza spargimento di sangue... ma è l'accusa che tira continuamente in ballo le tracce di sangue. Dov'è la coerenza?".

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