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Elezioni regionali - Intervieni Francesco Battistoni
"La caccia non può essere usata a scopi elettorali"
Viterbo - 25 marzo 2010 - ore 18,00

Riceviamo e pubblichiamo - Come sempre prima di una tornata elettorale, alcuni candidati provano a strappare il voto dei circa novemila cacciatori viterbesi.

Poi, però, passate le votazioni, regna il silenzio più assoluto o, semmai , qualche sparata propagandista a favore di qualche animalista.

Mettiamo il caso che dovesse vincere, ma per fortuna non vincerà, il candidato della sinistra alla presidenza della Regione, Emma Bonino, che una ventina di anni fa alla testa dei radicali propose un referendum per abolire la caccia, che anche allora fu rigettato da parte degli elettori.

In tale catastrofica evenienza, staremo ancora a parlare di caccia, più o meno regolamentata?

Un discorso approfondito sulla caccia che non può essere strumentale alla sola tornata elettorale, come quello che io ho sempre cercato di fare, deve partire da alcune considerazioni: in primo luogo, la legge 157 del 92, anche se ha alcuni aspetti ancora rilevanti, quali quelli di coinvolgere le varie componenti nella gestione del territorio a fini faunistici (quali le associazioni venatorie, agricole ed ambientalistiche), è ormai vecchia di vent’anni e relativa ad un contesto dove i cacciatori erano due volte e mezzo gli attuali. Quindi qualche modifica deve essere per forza attuata.

La legge in questione partiva poi dall’assunto che le risorse necessarie per la gestione del territorio dovessero provenire solo dalle tasche dei cacciatori. Ovviamente, la cosa attualmente è impensabile, anche per il drastico ridimensionamento del loro numero. E’ necessario dunque mettere in campo risorse aggiuntive, specialmente per gli scopi di miglioramento ambientale e di risarcimento dei danni da fauna selvatica, che dovranno provenire dal pubblico o da fondi europei.

Per quanto riguarda il problema della selvaggina migratoria, ormai sono anni che il passo è profondamente mutato. Sembra che le rotte migratorie non interessino quasi più le nostre regioni.

Ciò è dovuto ai problemi di antropizzazione delle nostre campagne, ma anche al fatto che a nord e sud dell’Italia si effettua una caccia indiscriminata a pagamento attraverso numerose agenzie turistiche, con migliaia di capi commercializzati.

Ora, è ovvio che la Comunità Europea non può imporre paletti talvolta assurdi sui periodi di caccia per l’Italia e disinteressarsi a ciò che avviene nei paesi dell’Est e in quelli mediterranei extracomunitari. Specialmente anche quando a questi paesi vengono concesse agevolazioni negli scambi commerciali, come accade per la Turchia e per quelli del nord Africa.

Va anche rivista la funzionalità degli Atc. Fatto salvo il coinvolgimento delle varie componenti, bisogna evitare che questi diventino carrozzoni, dove prevalga la politica e la gestione clientelare.

Ovviamente sulla base di queste considerazioni è possibile andare anche alla rivisitazione della vecchia legge regionale n.17/95 sulla caccia. Ormai le Regioni hanno grossi poteri, sia legislativi che di pressione nei confronti della UE. Ovviamente solo chi lavora da anni su queste questioni può risultare credibile sia agli occhi dei cacciatori che degli altri cittadini.

Francesco Battistoni
Candidato del Pdl al consiglio regionale del Lazio

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