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Regionali - Enrico Panunzi alla chiusura della campagna elettorale a Canepina
"Da voi è partita la spinta a candidarmi"
Viterbo - 27 marzo 2010 - ore 12,45

- “Vedo che anche a Canepina ci siamo americanizzati...”.

Guardando l'allestimento del palco, è iniziato con una battuta il comizio che Enrico Panunzi, candidato alla carica di consigliere regionale per il Pd, ha tenuto venerdì sera alle 18 in Piazza Garibaldi, a Canepina.

Panunzi del centro cimino è stato primo cittadino per dodici anni e vice sindaco per due. Una piazza piena, “dove è iniziata vent'anni fa la mia storia politica: è giusto ritrovarci qui, soprattutto per ringraziarvi. Da voi è partita la spinta decisiva per questa campagna elettorale, grazie per tutto quello che avete fatto”.

A introdurre la manifestazione Vittorio Proietti, cardiologo di Canepina che vive a Venezia, che ha ricordato come “i valori di lealtà, onestà e coerenza sono propri di questa terra, e sono ben rappresentati in Enrico e in Maurizio Palozzi”.

Quest'ultimo, sindaco di Canepina, è candidato alla carica di consigliere provinciale, ha ricordato quanto fatto in cinque anni per il collegio, dalla raccolta rifiuti alla sistemazione delle strade, dall'edilizia scolastica alla cultura.

“Cinque anni fa abbiamo trovato un ente disastrato, ora i conti sono a posto: non lasciamo che con la destra in Provincia accada quello che è già successo, vale a dire una penalizzazione del territorio rispetto alla città capoluogo”.

Poi è toccato a Panunzi, che, ripercorrendo la lunga cavalcata elettorale, ha toccato i temi qualificanti del suo programma: sanità, lavoro, infrastrutture, e “un debito che abbiamo verso le generazioni che ci hanno preceduto, quello di costruire un Paese più giusto: dobbiamo saldarlo questo debito, costruendo il Paese per il quale si sono battuti”.

Sulla sanità. “Il diritto alla salute non è negoziabile, bisogna metterselo bene in testa, ed occorre garantire livelli minimi di assistenza a tutti”. Sul lavoro: “Basta con il precariato, serve certezza nel futuro, se il Pd rinuncia a parlare di questi temi non è il partito che vogliamo: è inammissibile che due sindaci iscritti al Pd siano candidati nello stesso collegio su due liste differenti”.

Poi le infrastrutture: “In politica non esistono le coincidenze: parliamo da trent’anni delle stesse cose e ancora non le abbiamo realizzate, un motivo c’è. Bisogna innanzi tutto intervenire sul fattore tempo. Non possiamo stanziare, nel 2000 con il Governo D'Almea, settanta miliardi di lire per il tratto della Trasversale che va fino al Cinelli e appaltare i lavori dopo dieci anni, con costi raddoppiati.

Uno degli slogan che ho scelto – ha concluso Panunzi – è Chiamatemi Enrico e la spiegazione è semplice: le cariche passano, il nome di battesimo resta. Se un giorno dovessi farmi tentare dalle lusinghe del potere e non fare più gli interessi dei cittadini, ditemelo e mi farò da parte”.

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