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Civita Castellana - Il primo cittadino risponde agli attacchi dell'ex vicesindaco
Antenne, Angelelli punta il dito contro Urbanetti
Viterbo - 27 marzo 2010 - ore 18,40

Il sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli
- “La rottura con Vodafone ha principalmente un nome, che gli stessi tecnici della società hanno fatto venerdì, quello dell’ex vicesindaco Francesco Urbanetti”.

Così il sindaco Gianluca Angelelli risponde agli attacchi dell’ex amministratore.

“Se i cittadini di Civita Castellana hanno perso la possibilità di trovare un insediamento condiviso per i ripetitori della compagnia telefonica lo si deve solo ed esclusivamente all'ex giunta e in particolare all’ex assessore Urbanetti.

Fu proprio lui ad aprile 2008 a dire alla Vodafone di procedere con le installazioni, perché l’amministrazione comunale non intendeva pronunciarsi sui siti da rendere disponibili, per non assumersi alcuna responsabilità. 

Se è vero che la società ha cercato il dialogo - continua il sindaco - è altrettanto vero che lo cercava nel 2006, e poi fino al 2008, chiedendo ripetutamente all’amministrazione comunale di scegliere dei siti appositi, come purtroppo dimostra la documentazione protocollata.

Quello era il momento di coinvolgere la popolazione per la ricerca di una soluzione il più possibile condivisa. Non certo aprile 2009, quando la Vodafone aveva già scelto i siti su cui avrebbe installato le antenne in territorio urbano.

Per quanto riguarda l’appello a Francesco Totti, che tutt’ora ringrazio per l’interessamento avuto, senza il quale non si sarebbe riaperto il dialogo con la Vodafone, ricordo che è venuto dai cittadini, non certo dal sottoscritto".

"Nella situazione attuale - prosegue il sindaco - siamo purtroppo ostaggi di un diritto acquisito da oltre un anno da Vodafone e, nell'incontro tenutosi venerdì, dinanzi alla disinvoltura con cui il gestore di telefonia rivendicava con forza e, a tratti, sfrontatezza le proprie ragioni a poter installare le antenne in virtù delle sentenze del Tar e della legge Gasparri, ho dovuto più volte mordermi la lingua per  non rovesciare il tavolo e gridare che i cittadini debbono essere gli unici a decidere del proprio territorio.

Sarebbe stato bello se qui non ci avesse condotto Francesco Urbanetti e la giunta di cui faceva parte".


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