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Orte - La Processione più antica d’Italia tornerà ad emozionare il pubblico
Le confraternite si preparano al Venerdì Santo
Viterbo - 30 marzo 2010 - ore 16,00

- E’ sempre più vicina la Pasqua e a Orte ci si prepara come sempre alla grande notte del Venerdì Santo, nella quale tornerà nelle vie della città la Processione del Cristo Morto.
Una tradizione secolare, quella di Orte, che si ripete nella stessa forma sin dalla seconda metà del 1100, grazie alla minuziosa opera delle Confraternite Riunite di Orte.

La Processione del Venerdì Santo di Orte è la più antica d’Italia, e dal momento della sua istituzione sino ad oggi ha mantenuto inalterato il suo rito originario. Le Confraternite, inoltre, fanno parte della storia della città sin dai tempi antichi. Si hanno testimonianze sin dall’anno 1000 delle opere sociali, culturali e artistiche, che hanno fatto di Orte l’importante patrimonio storico che è in questo momento.

Ad oggi le Confraternite che si trovano sul territorio sono sette, unite sotto l’egida delle Confraternite Riunite di Orte, e anche private dei loro beni come l’ospedale cittadino, continuano la loro opera religiosa e culturale, mantenendo vive tradizioni come quella della Processione del Venerdì Santo.

Quella del Venerdì Santo è essenzialmente una processione laica, nella quale il clero viene invitato dalle Confraternite. Il rito è lo stesso di mille anni fa e pochissimi sono stati gli aggiustamenti fatti durante i secoli. La sera i confratelli dei sette gruppi si riuniscono nelle sette chiese della città per prepararsi alla processione. Ogni gruppo di cirenei è identificato da un diverso colore del sacco e del cappuccio o dalla presenza di una mantellina colorata.

I più devoti fra i confratelli si riuniscono in una seconda stanza della chiesa, separati dagli altri, per prepararsi ad espiare i peccati: una delle particolarità della Processione di Orte, infatti, è la presenza di alcuni cirenei che sfilano per le strade a piedi nudi e con delle pesanti catene che legano le caviglie.

I confratelli che vanno scalzi in processione si preparano in un’altra stanza per mantenere la concentrazione e per espiare i peccati nella loro intimità. Alle 21.30 i due furieri generali escono dalla chiesa madre di Santa Croce e fanno confluire tutte le Confraternite in piazza della Libertà. Tutte le luci della città vengono spente.

I muri e le strade si accendono del rosso fuoco delle torce dei cirenei. Nella piazza i confratelli si dispongono a forma di cuore, e al centro viene posata la bara del Cristo Morto. Dopo una preghiera recitata dal Vescovo Romano Rossi e il Miserere la processione continuerà il suo corso. Dalla piazza principale si parte per le vie della città; ad aprire la sfilata è la Confraternita più giovane, via via fino a quella più antica: la Confraternita di Santa Croce con i suoi 850 anni, infine contornata da coppie di lampioni arriverà la bara del Cristo Morto e la Macchina della Madonna Addolorata.

Da qui inizia il momento più emozionante della serata. Le vie della città sono completamente invase da un buio e da un silenzio che sembrano quasi innaturali; l’oscurità viene lacerata al passaggio della processione dalle torce dei cirenei, mentre il silenzio è rotto solamente dallo strascico delle pesanti catene legate ai piedi dei cirenei. La processione continua fino a raggiungere la chiesa madre di Santa Croce, dove i confratelli si dispongono nuovamente per accogliere il Cristo e la Madonna. Si canterà lo Stabat Mater e al rientro verrà spezzato, tra i partecipanti al rito, il pane del Venerdì Santo.

Quella di Orte è una processione non solo antichissima ma ricca di emozioni forti e sincere. Ogni anno sono circa 500 i confratelli che prendono parte al rito e altrettanti gli ortani e i turisti che si riuniscono nel centro storico per assistere a questo suggestivo spettacolo, che merita almeno una volta nella vita di essere vissuto e visto da vicino.

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