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Angelo Allegrini
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Riceviamo e pubblichiamo - Devo confessare che stamattina, dopo aver letto sui giornali la notizia del decreto "interpretativo" della legge emanato la scorsa notte da Berlusconi, i sentimenti prevalenti nel mio animo sono stati disappunto, sconcerto e rabbia per vedere le ragioni della legalità calpestate e il buon diritto di chi ha finora osservato le regole sbeffeggiato dalla forza della maggioranza.
Poiché tuttavia l'ira acceca la ragione, ho cercato di recuperare il raziocinio per ricordare a me stesso e ai tanti offesi dall'aiutino fornito alla destra con il riconoscimento dei collegamenti diversi e contraddittori di Meroi e il tentativo di recupero delle liste non presentate del PdL, che la manifesta condizione di incapacità e divisione interna dei nostri avversari non può che essere giudicata come una sciagura e che vinceremo comunque sia con la Bonino che con Grattarola.
Non per questo però possiamo consentire che il vaso trabocchi.
Nel momento in cui Formigoni e la Polverini vengono favoriti in maniera pesante con una sanatoria che appare peggio dei condoni regalati dal cavaliere ai grandi e piccoli evasori fiscali, non si capisce perché debbano essere solo gli stracci a volare.
Perché non sanare allora anche i vizi riscontrati altrove?
Perché i candidati esclusi dalla lista "Democratici per la Tuscia" debbono rimanere fuori dalla competizione elettorale?
Se veramente le ragioni del decreto sono quelle del consentire anche a chi ha sbagliato di concorrere, io dico che questa possibilità deve essere data anche a Gianluca Aquilani e a Benedetto Rossi esclusi da quella lista per mero errore di collazione dei documenti.
Non per questo sarebbe colmato il vulnus democratico che si è aperto stanotte nel nostro Paese ma, almeno, ci troveremmo di fronte a un'ingiustizia un po' meno ingiusta.
Angelo Allegrini
Segretario provinciale del Pd