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Antonella Litta, medico dell'Isde: "I potabilizzatori sono ancora inadeguati"
"Alghe e arsenico nel lago di Vico, situazione gravissima"
Viterbo - 6 marzo 2010 - ore 20,30

Riceviamo e pubblichiamo - I dati dello studio eseguito dalla Provincia di Viterbo, presentati oggi, relativamente allo stato delle acque e dei sedimenti del lago di Vico accrescono notevolmente la preoccupazione dell’Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo per il possibile danno alla salute delle persone in conseguenza dello stato dell’ecosistema lacustre che si sta rivelando sempre più grave.

La presenza nelle acque del lago, come esposto nella relazione introduttiva, di valori elevati di Arsenico (As) ma anche di altre sostanze tossiche e cancerogene, di norma estranee alle acque del lago e delle quali è assolutamente necessario individuare la provenienza, quali il Mercurio e gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa), insieme alla presenza nei suoi sedimenti di alte concentrazioni di Arsenico - 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS), Cadmio - 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) - e Nichel - 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS) -, evidenziano una situazione di gravissimo rischio per la salute umana.

Questa condizione, associata a un'evidente e forte riduzione del quantitativo di ossigeno disciolto nelle acque, rappresenta anche una seria minaccia per la vita delle specie vegetali e per la fauna.


La situazione idrica nei Comuni di Ronciglione e Caprarola

Nei comuni di Ronciglione e Caprarola l’acqua erogata ai cittadini è captata, per la maggior parte, dal lago di Vico.

Le analisi effettuate dall’Arpa Lazio - sezione di Viterbo continuano a mostrare nelle acque destinate a consumo umano una presenza e un quantitativo rilevante di alghe e in particolare di alghe cianoficee, al cui gruppo appartiene l’alga rossa Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina tossica, classificata dall’Iarc come elemento cancerogeno di classe 2 b.

La consistente presenza di alghe è indice evidente che il processo di potabilizzazione delle acque, di cui la filtrazione è una fase fondamentale, è quantomeno inadeguato; è pertanto necessario un adeguamento e potenziamento immediato dei potabilizzatori di Ronciglione e Caprarola.

Da quanto appreso in questa riunione e dalla documentazione a disposizione dell’Isde non risulta che in relazione alla presenza dell’alga rossa, sin dalla segnalazione del 2007, siano state effettuate le necessarie, specifiche e adeguate analisi sulla concentrazione della sua microcistina nelle acque destinate a consumo umano.

Siamo a conoscenza, attraverso una nota dell’ Ato 1 - Lazio del 15 gennaio 2010, dell’esistenza di una convenzione tra l’Iss (Istituto Superiore di Sanità) e questo stesso ente finalizzata “al controllo algale delle acque dei laghi di Bolsena e Vico interessati da captazione idro-potabile” ma da quanto oggi appreso sembrerebbe che questa convenzione non abbia ancora prodotto alcun risultato, e ciò che più preoccupa è che nel corso di questi anni non si siano effettuate indagini tese a ricercare la microcistina nelle acque distribuite nei due acquedotti e questo genera una forte preoccupazione e incertezza per il possibile rischio sanitario a cui possono essere state e possono essere tuttora esposte le persone e soprattutto i bambini.


Il ruolo della ASL di Viterbo e dei sindaci di Caprarola e Ronciglione

E’ evidente dalla documentazione odierna e dalle analisi pregresse che nell’acqua captata dal lago possono essere presenti altri elementi tossici e cancerogeni oltre alla presenza costante dell’arsenico in concentrazioni elevate.

Questa situazione è molto preoccupante poiché più elementi tossici e cancerogeni, come scientificamente dimostrato, possono determinare rischio e danno alla salute con meccanismi di interazione e amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione delle diverse concentrazioni dei singoli elementi nocivi.

E’ necessario quindi che siano convocate assemblee pubbliche e attivate forme di informazione, come previsto dal D. Lgs. 31/2001, nelle quali i dirigenti del Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanità pubblica della Asl di Viterbo, insieme ai sindaci delle due amministrazioni comunali, informino i cittadini sulla situazione sanitaria, e che siano dati consigli ed istruzioni per un corretto utilizzo dell’acqua in attesa di interventi risolutivi.

E’ opportuno che l’arsenico, che solo per deroga regionale può essere presente con valori più elevati rispetto a quanto previsto dal D. Lgs. 31/2001 (valore limite di 10 microgrammi/litro che con la deroga arriva a 50 microgrammi/litro), proprio in considerazione della sua cancerogenicità e della sua interazione con le altre possibili sostanze tossiche derivanti dal degrado e dall’inquinamento del lago di Vico, sia ricercato e dosato con una maggiore frequenza rispetto al numero minimo di controlli previsti in condizioni di routine e in aree non sottoposte a provvedimenti di deroga.

Dalla documentazione fornita dal Dipartimento di prevenzione Servizio igiene e sanità pubblica - sezione 4 Vetralla - della Asl di Viterbo si evincono dati che appaiono francamente insufficienti ad un monitoraggio adeguato e costante per questa sostanza tossica.


Gli interventi necessari per il risanamento delle acque del lago di Vico e del suo ecosistema

L’Isde ripropone anche in questa occasione gli interventi già indicati per un corretto risanamento delle acque del lago di Vico e del suo ecosistema.

Per raggiungere questo obiettivo andranno introdotte al più presto idonee pratiche agricole che prevedano la riduzione sostanziale dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci, e nell’immediato futuro occorrerà pensare a un progetto di riconversione alla coltivazione biologica di tutta l’area circostante il lago; e se dovesse persistere una situazione di inquinamento generata da pratiche agricole sconsiderate sarà necessario intervenire con la completa interdizione di tutte le aree circostanti il lago ad ogni tipo di coltivazione e uso agricolo non conformi alle esigenze della situazione.

Inoltre è necessario ridurre l’apporto di nutrienti all’alga rossa Plankthotrix rubescens anche attraverso l’eliminazione di ogni scarico civile abusivo e il costante monitoraggio dell’efficienza di tutta la rete di scarico degli insediamenti civili prospicienti il lago.

Poiché il lago di Vico è un sistema idrico aperto e quindi costantemente vulnerabile e aggredibile da molteplici ed eterogenei fattori d’inquinamento, sia esogeni che endogeni, è necessario uno studio di fattibilità, in tempi brevi, finalizzato anche alla realizzazione di pozzi, che dotati di dearsenificatori possano fornire acqua di migliore qualità e maggiore sicurezza con un più facile e meno costoso processo di potabilizzazione e manutenzione degli impianti.


Alcuni interventi immediati

L’Isde, in attesa di interventi urgenti e non più procrastinabili per garantire condizioni certe di potabilità dell’acqua, chiede nuovamente che siano predisposte ed individuate immediatamente fonti alternative di approvvigionamento idrico per tutta la popolazione, per gli esercizi commerciali, per le scuole, per l’ospedale e per le industrie alimentari locali.

L’Isde chiede inoltre che tutti gli enti preposti si attivino celermente per la risoluzione di questa grave emergenza ambientale e sanitaria.

Antonella Litta
Medico di medicina generale, specialista in Reumatologia, referente per la provincia di Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente

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