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Elezioni provinciali - Il candidato presidente prende posizione sull'energia
Grattarola ribadisce il no al nucleare
Viterbo - 9 marzo 2010 - ore 18,30

Federico Grattarola
- “L’azione di Greepeace alla centrale di Montalto di Castro, dimostra come l’emergenza nucleare sia un problema che ci tocca da vicino e che dobbiamo assolutamente scongiurare”.

In questo modo il candidato alla presidenza della Provincia di Viterbo, Federico Grattarola, interviene sui problemi connessi al pericolo dell’apertura di nove centrali nucleari nel territorio viterbese.

“Siamo assolutamente contrari al nucleare – afferma Federico Grattarola -. Questa contrarietà è uno dei punti fermi del nostro programma. Diciamo no al nucleare per puntare alle energie rinnovabili. Come amministrazione provinciale ci opporremo con forza al nucleare proponendo e sostenendo lo sviluppo delle energie rinnovabili.

E’ un paradosso che a Montalto sia stata inaugurata una delle centrali fotovoltaiche più grandi d’Europa, ma allo stesso tempo il Governo preveda che nella stessa zona venga attivata una centrale nucleare. Lo stesso centrodestra deve essere chiaro con i cittadini e spiegare come la pensa sul nucleare. Noi lo facciamo esprimendo una chiara e netta contrarietà al nucleare”.

La prospettiva programmatica di Federico Grattarola si concentra, come detto, soprattutto sulle energie rinnovabili. “L’impegno della Provincia di Viterbo per l’incremento dell’offerta di energia da fonte rinnovabile si fa più concreto e coordinato all’interno di un progetto complessivo che investe le componenti più sensibili dello sviluppo produttivo del territorio – spiega Grattarola -. L’obiettivo è quello del raggiungimento del primato regionale sull’eolico oltre che la diffusione del solare fotovoltaico in campo industriale e agricolo, civile.

La diffusione di impianti a biomasse di dimensioni contenute, anche e soprattutto in ragione della presenza di materia prima derivante dalla spiccata vocazione agricolo forestale del viterbese con un sistema di gestione della materia prima locale e con la crescita di una offerta di servizi consortili pubblico-privati, si configura come un’ulteriore strada per svincolarsi, per quanto possibile, dall’uso di energie non rinnovabili e favorire il raggiungimento degli obiettivi regionali sul fronte energetico e dell’abbattimento della produzione di CO2.

Ricordiamo che la Provincia di Viterbo ha già predisposto uno studio di fattibilità sugli impianti a biomasse predisponendo un limite nel dislocamento e nella potenza delle strutture. Si parla, infatti, di impianti di “piccola taglia” che sviluppano 1 Megawatt di potenza. Inoltre uno studio dell’Aiel sul territorio viterbese ha messo in luce l’opportunità di utilizzare i materiali di scarto della potatura dei noccioleti dell’area dei Cimini”.

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