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Processo Gradoli - In aula le deposizioni dei testimoni dei legali di parte civile
"Tania aveva paura di essere avvelenata"
Viterbo - 19 novembre 2010 - ore 17,20

Mauro Ferlicca, il carabiniere ascoltato nell'udienza di questa mattina
Paolo Esposito
Ala Ceoban
Il pubblico ministero Renzo Petroselli
Enrico Valentini, uno dei legali di Esposito
Mario Rosati, che difende Esposito insieme all'avvocato Valentini
Pierfrancesco Bruno, legale di Ala Ceoban
La Ceoban con i suoi avvocati, Pierfrancesco Bruno e Fabrizio Berna
Enrico e Maria Esposito, genitori dell'imputato
Elena Nekifor, la madre di Tatiana e Ala, costituitasi parte civile
Luigi Sini, legale di parte civile rappresentante Elena Nekifor
L'avvocato di parte civile Claudia Polacchi, che rappresenta la figlia di Esposito e Tatiana
Esposito con le foto che ritraggono una delle testimoni di questa mattina in aula, in una delle scorse udienze
- “Tania temeva di bere dalle bottiglie aperte. Mi disse che credeva volessero farla passare per pazza, dandole dei medicinali che la indebolivano”.

Sono alcuni dei dettagli emersi dalla deposizione resa, questa mattina, da una testimone, al processo di Gradoli.

La donna era un'amica di Tatiana. La conosceva dal 2002.

“Spesso mi raccontava del suo rapporto con Paolo - dice -. Mi riferì dell'episodio della lettera al tribunale per la richiesta di affidamento esclusivo della figlia più piccola che trovò in casa. Venne da me sconvolta e terrorizzata. Io le dicevo che stava esagerando e che aveva la sindrome dello straniero”.

Secondo la donna, Tatiana non era preoccupata per la sua posizione di madre o per il contenuto della lettera in cui si parlava di un suo “comportamento scorretto”. Aveva paura delle poche garanzie che poteva avere in quanto straniera. Si sarebbe sentita meno tutelata rispetto al convivente.

“Io cercavo di tranquillizzarla – ha aggiunto -, ma lei continuava a ripetere che le avrebbero tolto la figlia. In quel momento la paura era più forte della logica”.

Poi la signora ha parlato del rapporto tra Paolo e Tatiana. “Dall'esterno tutto sembrava normale - ha detto la teste -, anche se c'erano dei problemi. La prendevo in giro dicendole che sembravano la famiglia del Mulino Bianco. In realtà, però, non era così.

Lei mi rispondeva che questa era l'impressione che Paolo voleva dare alla gente”.

Due, secondo la donna, i motivi che avrebbero angosciato Tatiana nella relazione con Paolo. “Soffriva molto per il fatto che la figlia più piccola era sempre a casa dei suoceri che temeva volessero portargliela via. E poi perché Paolo non aveva più attenzioni nei suoi confronti”.

Una crescendo di sofferenza quello che ha messo in mostra la donna nella sua testimonianza.

“Dopo Tania era venuta a sapere della relazione extra di Paolo – racconta -. All'inizio non aveva ben capito chi fosse la sua nuova donna. Poi trovò un cd e da lì ebbe la prova che si trattasse della sorella”.

Tutte situazioni che alimentavano i timori della moldava. “Ho dato a Tatiana un passaggio due mesi prima della scomparsa – racconta la testimone -. Mi disse di essere preoccupata perché volevano farla passare da pazza. Aggiunse che se in casa c'erano delle bottiglie aperte non beveva e che preferiva comprarsele nuove o bere acqua del rubinetto”.

Infine sul rapporto con i suoceri, Enrico e Maria Esposito. “All'inizio andava tutto bene – dice la donna -. Pian piano, però, i rapporti si sono raffreddati, tanto che loro non le rivolgevano più la parola. Una volta ci capitò di incontrare Enrico in paese e lui nemmeno la salutò. Negli ultimi tempi, Tatiana mi disse che non voleva più parlare con lui perché le propose di accettare dei soldi e di andarsene, portando via anche Elena”.

Davanti alla giuria popolare, presieduta dal giudice Maurizio Pacioni con Eugenio Turco, sono comparse altre quattro persone.

Il giro di testimonianze è stato aperto da Mauro Ferlicca, maresciallo dei carabinieri di Gradoli, che eseguì il primo sopralluogo nella villetta di via Cannicelle, dopo la denuncia di scomparsa di Esposito.

Dopo il marito della confidente di Tatiana. L'uomo, dipendente comunale, ha eseguito gli scavi nelle località vicine alla casa di Esposito. Tre in tutto i sopralluoghi, predisposti dai carabinieri del Ris.

A sfilare di fronte alla corte anche la donna della famiglia affidataria che ospita la figlia di Paolo Esposito a Bologna. Nella sua deposizione la signora ha raccontato del suo rapporto con Elena Nekifor, madre di Tatiana, che ha prestato servizio presso di lei.

Infine, l'assistente sociale del centro di salute di Valentano, che si è occupata delle pratiche di affidamento della figlia di Tatiana ed Esposito, dopo la scomparsa della madre e l'arresto del padre. La testimone ha raccontato di aver iniziato a lavorare al caso dal 2009, specificando di non aver alcun grado di parentela con Esposito.

La seduta è stata aggiornata a domani mattina, sabato 20 dicembre, quando saranno ascoltati il brigadiere Mingione, che ha eseguito alcuni accertamenti sui tabulati telefonici, e il capitano dei carabinieri di Tuscania, Massimo Cuneo, che ha svolto le ricerche dopo la scomparsa.


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