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Processo Gradoli - Colpo di scena in aula - Fotocronaca
Avvisi di garanzia per Enrico e Maria Esposito
Viterbo - 20 novembre 2010 - ore 10,00

Video - I genitori di Esposito indagati -Ipad - Ipod



I coniugi Esposito
Gli avvocati Rosati e Esposito appena appresa la notizia degli avvisi di garanzia
- Avviso di garanzia per Enrico e Maria Esposito. Colpo di scena durante il processo per il Giallo di Gradoli (video).

I genitori di Paolo Esposito, Enrico e Maria sono stati condotti in caserma (Fotocronaca), accompagnati dagli avvocati del figlio, Mario Rosati ed Enrico Valentini.

I due legali hanno chiesto la sospensione dell’udienza dopo che alcuni carabinieri si sono avvicinati ai genitori dell’imputato.

L’avvocato Valentini ha chiesto spiegazioni. Il pm Renzo Petroselli, rivolgendosi ai carabinieri, ha detto di “eseguire quanto da lui richiesto”. (fotogallery1)

L’avviso di garanzia è stato notificato ai due per subornazione di testimone.

In particolare, secondo la Procura, i coniugi Esposito avrebbero chiesto a uno dei testimoni di volgere la sua deposizione in favore del loro figlio, alla sbarra insieme alla sua amante Ala Ceoban con l’accusa di aver ucciso e occultato i cadaveri della sua convivente Tatiana e della figlia Elena.

Il testimone in questione sarebbe Augusto Pesci, membro del circolo di An che aveva sede nel locale di via Piave, di proprietà degli Esposito. L’uomo è stato ascoltato dalla corte il 22 ottobre scorso. In quell’occasione, gli era stato chiesto di riferire tutto ciò che sapeva sul computer di via Piave. Lo stesso sequestrato, successivamente, dai carabinieri, e in cui fu trovato materiale pedopornografico. (fotogallery2)

Fu Pesci a dire che era principalmente Esposito a utilizzare quel computer, a volte anche fino a tarda serata. “Mi è capitato di passare al circolo, intorno alle 23, e di trovarlo ancora lì, chiuso a chiave dall’interno – dichiarò Pesci all’udienza del 22 ottobre -. Se bussavo alla porta, Paolo non apriva. Quando gli chiedevo perché, mi diceva di non aver sentito, perché era di là al computer”.


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