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Processo Gradoli - I carabinieri in cerca di tracce sul furgone
Un pick-up al vaglio del Ris
Viterbo - 21 novembre 2010 - ore 3,00

- Un pick-up nelle mani dei Ris.

Era stato tirato in ballo in una delle scorse udienze del processo Gradoli. Ora, il pick-up della cooperativa per la quale Esposito lavorava è finito nelle mani del Ris.

I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Roma lo avrebbero sequestrato per poter eseguire alcuni accertamenti sul veicolo.

Il pick up era nella disponibilità di una cooperativa che aveva in gestione un ristorante. Come riferito dai membri del circolo An, ascoltati in aula nel processo per il Giallo di Gradoli, Esposito aveva fatto dei lavori di ristrutturazione proprio in quel ristorante. Ed era in quel locale che, secondo i testimoni, si trovava la mattina del 30 maggio. Alle prese con l'impianto elettrico dell'edificio.

La cooperativa avrebbe avuto in uso il pick-up dal gennaio all'agosto 2009. Dopodiché il mezzo è stato venduto a un'azienda edile di Roma.

Qualche giorno fa, il nuovo proprietario lo ha ceduto ai carabinieri del Ris, che avrebbero passato il luminol sul veicolo, in cerca di eventuali tracce di sangue. Gli accertamenti, sui quali, per ora, si mantiene il più stretto riserbo, sono tuttora in corso.

L'idea degli inquirenti è che Esposito abbia potuto utilizzare il pick-up. Magari, nell'ottica dell'accusa, proprio per trasportare i cadaveri di Elena e Tatiana, in caso di omicidio.

Una tesi che, secondo la difesa, non regge per almeno due motivi. Primo: perché i testimoni avrebbero smentito che Esposito abbia mai preso il furgone. Secondo: la parte posteriore del pick up è scoperta e, se davvero Esposito se ne fosse andato in giro con i corpi di Elena e Tatiana, non sarebbe potuto passare inosservato.


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