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Tribunale - Ennesimo rinvio per un altro monumentale processo
Gatto & la volpe slitta a marzo
Viterbo - 24 novembre 2010 - ore 3,30

Alcuni delle persone coinvolte nell'inchiesta il Gatto e la volpe
Daniele Casertano
Federico De Angelis
Patrizio Ricci
Giovanni Comparelli
Giacomo Borsari
- Gatto & la volpe, rinvio al 22 marzo.

Un altro processo monumentale che slitta al 2011.

Dopo le inchieste Cev, mense e Love's House, slittate tutte per difetto di notifica, ieri mattina è stata la volta del processo Gatto e la volpe, dall'omonima operazione condotta dai carabinieri nel gennaio 2008.

L'udienza è stata rinviata al prossimo 22 marzo. Anche in questo caso, per mancata notifica degli atti a uno degli otto imputati, alla sbarra per falsificazione di documenti, sostituzione di persona e detenzione ai fini di spaccio di droga.

Le indagini, iniziate nel 2006, culminarono nel blitz dei carabinieri di due anni fa. Un'operazione monumentale, i cui numeri parlano da soli: 55 indagati, 21 arresti, quattro obblighi di firma, 250 carabinieri impegnati e 461 capi di imputazione. Tra questi, associazione a delinquere, truffa, riciclaggio, ricettazione, detenzione di droga e armi con matricola abrasa e ad alto potenziale offensivo.

Fu proprio dal ritrovamento di queste, in un pozzo a Vetralla, che partì la maxiinchiesta della procura, diretta dal pm Stefano D'Arma.

A capo del cartello, secondo gli imquirenti, Daniele Casertano, 34enne napoletano. Rintracciato 24 ore dopo il blitz, mentre cercava di disfarsi di una cospicua mole di documenti utili alle indagini.

Casertano non fu rinviato a giudizio dal gup Silvia Mattei. Per lui, come per la maggior parte degli indagati, la vicenda si chiuse con un patteggiamento a quattro anni.

Il capobanda è tornato in carcere nel maggio scorso, per lesioni personali, dopo aver picchiato a sangue l'avvocato Francesco Massatani. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, il napoletano voleva vendicarsi per il fatto di essere stato chiamato a testimoniare nel processo Gatto e la volpe. E a fare il suo nome sarebbe stato proprio un cliente di Massatani.

Dall'inchiesta Il gatto e la volpe scaturì un nuovo filone di indagine (coordinata, anche stavolta, dal sostituto procuratore D'Arma). Quella sull'operazione Tic Tac, che stroncò un traffico di droga tra Viterbo e la Capitale.

Fu proprio nell'ambito dell'inchiesta sul Gatto e la volpe che gli inquirenti furono insospettiti da un alcune telefonate tra gli indagati e un gioielliere. Quest'ultimo finì poi in arresto insieme ad altre sei persone nell'operazione Tic Tac, con l'accusa di aver gestito il traffico di coca da Roma a Vignanello, Carbognano, Corchiano e Fabrica.


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