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Arsenico - Secondo Bengasi Battisti sono solo 12 nella Tuscia e la Ausl dovrebbe rendere pubblici i dati per evitare allarmi
"Non sono 57 i comuni laziali a rischio"
di Paola Pierdomenico
Viterbo - 27 novembre 2010 - ore 2,30

Bengasi Battisti, sindaco di Corchiano
- “La tabella di Legambiente sui 57 comuni laziali a rischio arsenico indica altro. E' l'elenco dei Comuni che hanno avuto necessità di usufruire della deroga della Comunità europea, dopo la richiesta presentata dall'Italia”.

Bengasi Battisti getta acqua sul fuoco, anzi sulla questione dell'arsenico. Il primo cittadino di Corchiano parla dopo la diffusione di numerosi dati sulla concentrazione della sostanza nelle acque della Tuscia. Livelli che hanno creato grande allarme tra i cittadini del Viterbese.

“Le tabelle di Legambiente – afferma – sono parti di un documento con il quale è stata richiesta la deroga alla Comunità europea. Non rappresenta assolutamente la situazione dell'acqua nel nostro paese”.

La deroga è richiesta di anno in anno. Una situazione che in Italia va avanti dal 2005. "Il clamore che si è creato intorno alla questione in questi ultimi giorni – aggiunge Battisti – dipende dal fatto che l'Europa ha sempre approvato la domanda dell'Italia che, invece, quest'anno è stata rifiutata.

Far passare quei parametri – continua – consente di tollerare la presenza dell'arsenico nell'acqua in modo da non doverla dichiarare non potabile. Si dovrebbe approfittare di questo tempo – spiega – per creare impianti di desearsenificazione. Una cosa che, alla luce dei dati riportati, non sembra essere stata fatta”.

Battisti, per addentrarsi meglio nella questione sul rischio dell'arsenico, porta l'esempio del suo comune. “Corchiano – dice – ha un livello di arsenico al di sotto dei 10 microgrammi per litro. Ma durante un'estate particolarmente secca di tre o quattro anni fa, il dato è salito a 13 microgrammi. Per questo motivo – continua – abbiamo dovuto usufruire della deroga europea per circa due mesi. Ed ecco perché, ora, ci troviamo in quella lista, anche se, in realtà, il nostro livello di arsenico è ben al di sotto di quello già consentito”.

Secondo Battisti ci sarebbe solo un modo per svelare il mistero dei comuni a rischio. “Solo la Asl - afferma -, in base ai dati raccolti dalle analisi che svolge, potrebbe realmente illustrare la situazione delle acque della nostra provincia. In tutto, dovrebbero essere dodici i comuni a dichiarare la non potabilità dell'acqua e non 57.

Sono dati pubblici – conclude – che mostrano i livelli precisi di concentrazione dell'arsenico, ma anche di altre sostanze, nelle acque. L'azienda li raccoglie e poi li invia ai Comuni. Il passo successivo sarebbe quello di diffonderli per informare i cittadini, dando loro le dovute rassicurazioni”.


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