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Processo crollo Bmw - E' la volta dei legali dell'architetto Cardarelli, Giovanni Bartoletti e Giuliano Migliorati
"Responsabilità diverse per ruoli diversi"
Viterbo - 28 novembre 2010 - ore 2,15

Giovanni Bartoletti
Giuliano Migliorati
Il pm Franco Pacifici, titolare dell'inchiesta sul crollo della Bmw
- “La sicurezza dell'esercito è gestita dalle sentinelle e non dai capitani”.

L'avvocato Giovanni Bartoletti usa una metafora militare per dimostrare l'estraneità del suo assistito, l'architetto Giovanni Cardarelli, nel processo sul crollo Bmw di ieri mattina. Un intervento molto tecnico e dettagliato andato avanti per oltre tre ore.

Bartoletti ha insistito molto sulla figura del direttore dei lavori e delle sue responsabilità. “Il capo di imputazione – ha detto – assimila le responsabilità ai diversi ruoli che ci sono all'interno di un cantiere.

Soprattutto per quanto riguarda i reati di crollo e omicidio – ha continuato – vengono addossati a tutti in maniera uguale, mentre ogni ruolo ha una propria responsabilità.

In questo processo si parla di tre diversi direttori dei lavori: quello per le opere e cioè La Grutta, quello per l'impresa committente e cioè Cardarelli e, infine, Caporali che era quello per l'impresa. Tutti e tre con funzioni e responsabilità diverse, che non possono essere equiparate”.

Per rafforzare l'estraneità ai fatti di Cardarelli, Bartoletti ha preso in esame un documento della Mabo, l'impresa alla quale era stato affidato l'incarico di costruire il solaio della struttura. Documento che non metteva in discussione nemmeno una virgola del progetto di Cardarelli.

“Il mio assistito – ha concluso l'avvocato – ha fatto quello che doveva fare, seguendo alla lettera le indicazioni. Al direttore dei lavori spettano due compiti: verificare la conformità tra l'opera e il progetto e la quantità e qualità dei materiali usati per la sua realizzazione. Ed è quello che Cardarelli ha fatto”.

Dopo Bartoletti, è stata la volta del collega Giuliano Migliorati, anche lui in difesa di Cardarelli. “La causa del crollo - ha spiegato il legale - è da attribuirsi all'errata progettazione del collegamento tra la struttura preesistente e il nuovo solaio alveolare.

Non sono state violate le regole da parte del direttore dei lavori, che oltretutto non deve provvedere a ideare opere provvisorie. L'idea progettuale non prevedeva opere di puntellamento. Era la struttura preesistente che doveva assolvere a tale compito”.

La seduta è stata, infine, aggiornata al 10 dicembre per la discussione dell'avvocato di La Grutta, Roberto Massatani. Si continuerà il 18 dicembre con le eventuali controrepliche, in attesa della sentenza del giudice Ernesto Centaro.


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