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L'opinione di uno sporco comunista
Le parole manomesse
di Valerio De Nardo
Viterbo - 28 novembre 2010 - ore 2,45

Valerio De Nardo
- “Ma io vi dico: non giurate affatto [...]. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Matteo 5,33-34.37).

E’ in questi giorni in classifica tra i libri più venduti “La manomissione delle parole” di Gianrico Carofiglio.

Un saggio dalla storia curiosa, poiché il suo titolo compare in un romanzo dello scrittore barese di qualche anno fa, laddove il suo protagonista, l’avvocato Guerrieri, lo trova e lo sfoglia in una libreria.

E’ lo stesso autore a raccontare che diversi lettori gli hanno chiesto chi l’avesse scritto, chi ne fosse l’editore. Ma il fatto è che esso non esisteva. E’ così che Carofiglio, magistrato e senatore, lo ha scritto oggi che la peggiore disinformatija tenta di ribaltare la realtà in una narrazione da spy story.

Come è possibile che ministri della Repubblica possano parlare di una strategia per colpire l’Italia mettendo insieme i rifiuti a Napoli, la pubblicazione dei documenti su wikileaks, il crollo della casa dei gladiatori a Pompei, l’inchiesta su Enav e Finmeccanica, le proteste degli studenti? Per carità di patria non si aggiunge all’elenco la condanna di Dell’Utri?

Altro che stalinismo: la torsione dei significati, il ribaltamento della realtà, la manomissione delle parole, appunto, sta diventando la vera emergenza della civiltà (?) italiana.

E’ tale l’incapacità di dire il vero che si finisce per non riuscire poi a farlo neanche quando occorrerebbe. Perché il ministro Gelmini soffia sul fuoco dei complotti contro il governo invece di cercare il consenso su una riforma che ha senz’altro dei lati positivi (cito solo il limite al mandato dei rettori, che porrebbe fine a certo feudalesimo universitario)?

Il problema è che se svalorizzi il ruolo del parlamento, il confronto delle idee, il libero formarsi delle migliori scelte per la comunità, poi non puoi accusare l’opposizione di essere irresponsabile.

Mai una maggioranza è stata tanto ampia come quella uscita dalle urne il 14 aprile 2008, eppure l’incapacità a tenerla insieme sta sgretolando dopo appena due anni ogni prospettiva di governo di un Paese sempre più allo sbando.

Studenti e ricercatori universitari hanno ben donde da protestare, ma il disegno di legge in discussione in parlamento è a suo modo un obiettivo sbagliato, poiché sono i tagli imposti già da mesi da Tremonti ai finanziamenti per la scuola e l’università pubbliche a gridare vendetta, soprattutto mentre si trovano le risorse per le scuole private (forse per guadagnare l’indulgenza politica a fronte di qualche bestemmia e frequentazione di minorenni di troppo…).

E’ questo festival della menzogna, quest’uso spregiudicato di una informazione controllata militarmente che non sopporto proprio più e che mi fa ridere amaramente sentendo Corrado Guzzanti: La camorra contro Saviano: la scorta ci impedisce un contraddittorio.

Non sopporto più questa manomissione delle parole.

Valerio De Nardo


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