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Viterbo - Stefano Giannini commenta il risultato dei Giovani democratici
Pochi voti, ma tanta voglia di cambiare
Viterbo - 29 novembre 2010 - ore 11,30

Riceviamo e pubblichiamo - Pochi voti, testimonianza di un’organizzazione giovanile che nemmeno poteva votare per regolamento, ma viva e presente, decisa a far decollare questo Partito dallo stallo in cui si trova.

Un segnale politico per sottrarsi all’ipocrisia di un’unità inesistente, mai messa veramente alla prova dei fatti, del confronto propedeutico allo scioglimento di nodi importanti.

Tutti ricordano le primarie che hanno fatto nascere il precedente direttivo, un listone “unitario” fatto dai big del partito.

Il Diavolo e l’Acqua Santa o, se vogliamo, Peppone e Don Camillo che, finalmente amici, avrebbero dovuto lanciare il Pd verso una nuova stagione. Un totale fallimento.

Oggi cosa è cambiato? E’ la domanda che ci siamo posti, prima di decidere di presentare la lista.

Stessi attori, stesso copione, stessi registi, forse solo qualche comparsa è cambiata. Da venti anni la sinfonia è sempre la stessa, ma gli ascolti diminuiscono.

Sapevamo di perdere, di perdere male. Lo sapevamo bene, ma talvolta il cambiamento può nascere soltanto dal basso, dalla consapevolezza di dover superare ostacoli apparentemente insormontabili per un futuro migliore di quanto ora potremmo sperare.

Il congresso ci ha dato la possibilità di far sentire la nostra voce, di presentare il nostro manifesto politico, di iniziare un percorso che punta non alla celebrazione del gruppo giovanile in quanto tale, ma all’unico ingrediente che può salvare il Partito Democratico dal letargo politico in cui è caduto.

Rinnovamento. Di idee, di concezioni, di persone, di proposte, di politica. L’età anagrafica conta meno di quanto si possa credere. Non c’è ancora traccia di tutto questo in quel che è accaduto oggi.

Proprio per questo i nostri 13 voti hanno un senso, un motivo per iniziare, per fare e dare di più. Lo faremo per il nostro partito, perché il Pd dovrà essere molto più che un accordo tra tribù. Ed è questo il migliore augurio che credo di poter fare al mio nuovo coordinatore, insieme ai complimenti per la vittoria.

Svincolarsi dalle tribù, può rappresentare l’alba di un nuovo giorno. Nella ricerca di un simile domani, troverà sicuramente la nostra disponibilità.

Stefano Giannini
Presidente XXV Aprile coordinatore Giovani Democratici



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