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Politica - Il grande bluff della candidatura Panunzi si infrange sulla scogliera del voto
Il fuvrbbbissimo Fioroni prende l'ennesima sportellata
di Carlo Galeotti
Viterbo - 29 novembre 2010 - ore 0,05

Lo scout Fioroni quando era moroteo
- Fuvrbbbbo. Io sono fuvrbbbissimo. Io sono Fioroni mica cazz... Deve proprio aver fatto una riflessione del genere l'ex ministro quando ha pensato, in puro stile moroteo, di inventarsi il “candidato non candidato”.
E sì perché lui per qualche mese, quando era giovane, è stato moroteo.

Sì, avete capito bene: M-O-R-O-T-E-O. Poi si è guardato intorno e visto che non c'era un moroteo nel raggio di alcune centinaia di chilometri, che ti fa il politico più fuvrbbbo del reame? Che ti fa? Diventa andreottiano. Come dire una linearità di pensiero assoluta. All'insegna del neotomismo più puro. Maritain e Mounier vengono dopo i fochi.

In questa fase del Partito democratico, l'ex ministro ed ex deputato sardo deve aver pensato che comunque lui è il più fuvrbbbo. E allora si inventa proprio il candidato non candidato. Nel senso che appoggia e strappoggia un candidato ma senza farsi vedere. Inconsapevole che con i suoi cento chili difficilmente passa inosservato.

Fa un accordo con il Pd dei Cimini e il fuvrbbbissimo politico candida Enrico Panunzi. Come dire: così Canepina sta con noi. Poi arrivano gli altri sindaci. Ma lo fa senza dire nulla, muovendo tutto quello che può muovere, pochino, sul piano della comunicazione per spacciare Panunzi per un candidato da lui non appoggiato. Salvo poi vedere che tutti i suoi uomini, o quasi, si muovono come la falange macedone.

I bluff per essere una cosa credibile debbono essere sfacciati fino all'inverosimile, deve aver pensato l'ex ministro, e allora vai con la disinformatia.

Ma poi bastava parlare con uno dei colonnelli di Fioroni per sentirsi dire: qui il nostro candidato Panunzi è debole... qui è forte.

Come dire il gioco delle tre carte. E c'era pure chi ti telefonava per spiegarti la bontà dell'idea, con una presunzione degna di miglior causa.

Ma va sottolineata la fulgida carriera politica del candidato alla segreteria del Pd.

Tra tutti i candidati possibili chi ti sceglie il buon Fioroni? Panunzi, appunto.

Come dire un candidato che nel centrosinistra tutti ricordano per aver prima accettato la sfida per la presidenza della provincia, per poi lasciare in braghe di tela i Ds e l'Ulivo. Era il 2005 e Mazzoli ha ancora gli incubi di notte dovuti alla lettera di Panunzi che rinunciava a candidarsi alle primarie.

Ma Panunzi ha un curriculum politico di tutto rispetto e non si è certo fatto mancare neppure la trombata alle regionali ultime scorse.

Ottimo per un candidato non candidato, deve aver pensato Fioroni: se perde è colpa sua, se vince è merito mio. San Tommaso docet.
E deve anche aver pensato che tutti gli altri debbano per forza venire dalla montagna con la piena e abbiano l'anello al naso.
E va detto che qualcuno c'è cascato mani e piedi nel bluff. Convinto di vincere a mani basse con il 50 per cento più uno.

Ma insomma di questi giochini parapolitici tutti ne hanno abbastanza. E Fioroni esce sconfitto dal voto.

Era più dignitoso dire: io appoggio Panunzi, ho fatto un accordo col Pd dei Cimini, vediamo chi vince. Insomma bastava metterci la faccia.

Tutti avrebbero apprezzato.

E invece no, il moroteo che è in lui è rispuntato fuori. Ma questa volta con un pizzico di doroteismo, miscelato con quel tanto di andreottiano che rende qualsiasi pietanza indigesta. Anche alle bocche più buone...

Ora si tratta di capire se Sposetti e Parroncini sono decisi a mettere fine a questa cialtronata politica fioroniana, votando un unico candidato all'assemblea provinciale, come da accordi.


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