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Politica - Pd - Alvaro Ricci commenta i risultati e tende la mano a Scorsi
"Complicato non eleggere Panunzi segretario"
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 29 novembre 2010 - ore 10,00

Alvaro Ricci
- Confermato segretario comunale a Viterbo con oltre il 60 per cento dei voti, per Alvaro Ricci il bello arriva adesso.

“La mia candidatura e quella di Scorsi partivano sostanzialmente in equilibrio. Io, insieme ad altri, con il contributo di Serra, Mancinelli, tanti giovani che hanno aderito alla mia proposta politica di governo della città abbiamo lavorato ed è stato il valore aggiunto che ci ha permesso di raggiungere un risultato non scontato”.

Adesso, mano tesa a Christian Scorsi. “Il congresso è finito – continua Ricci – chiudiamo la fase delle percentuali. Scorsi non lo dico in modo retorico, è una risorsa per il partito, un ragazzo in gamba e non ho dubbi sul suo impegno insieme a me. Chiusa la campagna elettorale in cui qualche frase di troppo può scappare, come ho già detto, lo vorrò a lavorare insieme a me”.

Nel Pd non tutto è chiuso. Anzi. C'è la partita per la segreteria provinciale. Nessuno dei candidati ha raggiunto la maggioranza assoluta, Panunzi è arrivato al 45%. Saranno i delegati a decidere. C'è un accordo tra ex Bersani e Area democratica per appoggiare Andrea Egidi. Se mantenuto, avrebbe i voti per essere eletto.

“E' complicato – continua Ricci - che due minoranze possano formare una maggioranza. Non è stato un congresso con tre candidati arrivati più o meno con gli stessi risultati. Panunzi ha ottenuto il 45%, sommando gli altri due fanno il 55%. E' complicato. Credo che per senso politico, rispetto del voto degli iscritti, mi pare che Panunzi sia segretario.

Se l'accordo c'era, avrebbero dovuto proporre un unico candidato. Si sarebbero misurati alla pari. L'elettorato non capirebbe perché un candidato al 45% sia poi sconfitto da logiche correntizie che nulla hanno a che fare con la vita di partito”.

Meno correnti, più fatti. “Pensare di trasferire logiche di mozioni nazionali – continua Ricci – tra l'altro sempre in movimento, nell'ambito locale, significa essere fuori dai desideri dei simpatizzanti.

A livello circolo, c'è la volontà di votare persone riconoscibili, che parlino dei problemi della città. Sono fuori da logiche di correnti”.

A Viterbo la sua candidatura, secondo Ricci, non si è basata su accordi tra componenti. “Ho scommesso – sostiene Ricci – sull'elettorato attivo del Pd e credo d'avere avuto un buon risultato. Adesso pensiamo al governo della città. Io non userò il bilancino, spero che tutti vorranno collaborare.

Ho sostenuto la candidatura di Panunzi e con me l'area ex Margherita. Se si guardano i miei risultati e quelli di Panunzi sono del tutto sovrapponibili.

A Viterbo siamo estremamente soddisfatti. Io che non sono un popolare, ma socialista liberale, penso che fare tutto, mettendo l'area popolare in un cantuccio, significa avere chiuso con il Pd.

Una coalizione che esclude i popolari non è un'operazione in linea con l'essere Pd. Da vecchio socialista sono sempre stato in rapporti con i popolari, come penso sia importante un filo diretto con la sinistra. Il comitato per Panunzi queste caratteristiche le ha tutte”.


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