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Viterbo - ha discusso una tesi per la facoltà di Scienze politiche
Detenuto si laurea a Mammagialla
Viterbo - 14 ottobre 2010 - ore 11,00

Riceviamo e pubblichiamo - Laurea a Mammagialla. Presso la sala del teatro della casa circondariale di Viterbo si è brillantemente laureato un detenuto che sta scontando la pena dell’ergastolo e che è ristretto ormai da quasi 20 anni nel carcere della nostra città.

Il “nuovo” dottore in Scienze politiche ha discusso una tesi indubbiamente interessante dal titolo “Dal vecchio mondo al nuovo continente: interconnessioni e complementarità nella storia della Mafia”, al termine di un percorso accademico inserito nel corso di laurea di Scienze delle comunicazioni.

Erano presenti i familiari, i volontari delle varie associazioni che operano all’interno del carcere, alcuni educatori e il cappellano dell’istituto; tutti hanno assistito con vero interesse alla discussione della tesi tra il candidato e la commissione d’esame composta da cinque professori, i quali sono intervenuti con la toga tradizionale per aggiungere valore ad un momento di grande importanza nel contesto penitenziario.

Lo studio infatti rappresenta un percorso privilegiato per il riscatto della dignità dell’uomo e costituisce sicuramente una delle migliori opportunità per il reinserimento sociale previsto dalla nostra Costituzione: tutti i presenti possono testimoniare di aver assistito a un esempio autentico di ricomposizione di quel conflitto sociale che si genera normalmente tra reo e società, a testimonianza del fatto che cambiare si può.

Al termine della discussione, il preside della Facoltà di Scienze Politiche, constatato anche il brillante curriculum accademico del candidato, ha declamato la formula di rito conferendo la laurea con 110 con lode.

I volontari presenti, che tra le molteplici iniziative svolgono anche una intensa attività di tutoraggio universitario e seguono al momento altri dieci studenti iscritti a varie facoltà, hanno voluto donare al nuovo dottore una targa ricordo con la seguente incisione: “l’amore per la cultura e l’impegno nel lavoro riscattano l’uomo di buona volontà e lo rendono libero per sempre”.

Al termine della sessione, tutti i presenti hanno potuto partecipare ad un ricco rinfresco offerto dalla famiglia e che si è potuto svolgere solo grazie all’assistenza amichevole degli agenti di polizia penitenziaria e degli educatori dell’istituto.

Un’ultima curiosità: il nuovo dottore aveva già conseguito una prima laurea qualche anno fa in Economia e Commercio e chi opera in carcere sa che non è affatto vero che sia facile studiare in quell’ambiente.

Simonpietro Cusi
Gavac


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